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Bambini e videoschermi: guida per i genitori/1

La pediatra Sabrina Camilli

A causa del Covid-19, relative quarantene e lockdown sembra sia impossibile evitarli, sia per questioni di Dad sia per avere un po’ di tregua. Ma anche prima della pandemia mondiale, purtroppo, erano più gettonati delle babysitter in carne e ossa. Stiamo parlando dei videoschermi di tv, tablet e cellulari, che sono diventati oramai una presenza fissa nella vita dei bambini. Ci siamo mai interrogati sul loro utilizzo e sulle possibili controindicazioni per la salute dei piccoli? Abbiamo chiesto un aiuto, per capire meglio la situazione, alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli.

Dottoressa, partiamo dalle basi: i videoschermi fanno male?

«Sì, assolutamente sì. I videoschermi fanno male, è bene che i genitori lo sappiano. Hanno un’influenza negativa sullo sviluppo cerebrale dei bambini: c’è uno studio dello Jama pediatrics (rivista medica mensile pubblicata dall’American medical association, ndr) in cui si è visto che se un bimbo passa troppo tempo davanti a uno schermo può subire una modifica del connettoma cerebrale, cioè di tutte quelle connessioni che avvengono nel cervello durante l’apprendimento. Inoltre si possono riscontrare anche ripercussioni sul linguaggio e sull’aspetto cognitivo».

Perché i pediatri francesi sconsigliano ai genitori di far vedere gli schermi fino al compimento del secondo anno di età?

«Tutti i pediatri sono d’accordo nello sconsigliare l’uso dei cellulari sotto i due anni. Per i bambini dai due anni in su, l’utilizzo di device va fatto sempre sotto il vigile controllo degli adulti. Se facciamo riferimento agli schermi luminosi della tv o dei tablet, si sa che gli stimoli visivi sono molto più rapidi di quelli che il cervello è capace di elaborare in un secondo. Se gli occhi di un bambino restano immobili davanti allo schermo, il pensiero viene represso e ci sarà anche una incondizionata ricezione di quello che passa come messaggio (come, per esempio, la pubblicità). Per parlare ai nostri lettori con la maggior franchezza possibile, quello che sappiamo è che durante la visione di uno schermo il bimbo subisce un vero e proprio piccolo danno cerebrale, che può ripercuotersi sulla sua capacità di attenzione e di concentrazione. Inoltre, la visione di cellulari, tablet e schermi di varia natura, può provocare delle ripercussioni sul sonno, legate alla luminosità e all’esposizione alla televisione, proprio perché questa riduce il livello dell’ormone melatonina prodotto durante la notte e che migliora la qualità del riposo. La luce dello schermo poi può iper-attivare lo stato di veglia, riducendo le ore di sonno, con conseguente immunodepressione».

Come mai si parla già di rischio “dipendenza” anche in bambini così piccoli?

«L’uso dei device porta i bambini a divenire dipendenti proprio perché il meccanismo che si può instaurare (specialmente sotto i due anni) è quello della dipendenza, che utilizza l’ormone della dopamina (o “ormone del piacere”). Il bimbo infatti può avere delle vere e proprie crisi di astinenza, se gli viene tolto il cellulare dalle mani. Si può comprendere come questo sia pericoloso in un essere umano così piccolo, proprio perché sotto i due anni vi è la massima neuroplasticità cerebrale e si forma quel famoso connettoma a cui accennavo prima, che permette di apprendere e di avere un’evoluzione cognitiva adeguata».

(prosegue sul prossimo numero)

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