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«In questo momento difficile la Salve assiste la nostra città»

Speciale Madonna della Salve 2021

Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, come storico dell’arte qual è, secondo lei, l’immagine di Maria, madre di Gesù, che meglio è stata raffigurata nella storia dell’arte?

«Io credo che siano molte le opere. Ogni epoca, in qualche modo, ha rappresentato il proprio sentimento nei confronti di Maria di Nazareth. Per quanto riguarda l’affetto e la devozione, credo che ogni comunità è affezionata alle proprie immagini, così come noi siamo affezionati al Simulacro della Madonna della Salve, la prima immagine è quella che troviamo su un rilievo, in pietra scolpita e poi dipinta, nella chiesa di Santa Maria di Castello. E poi nasce quello che è il Simulacro che tutti noi conosciamo, oggi conservato in Duomo, che appartiene a un’epoca di poco successiva. Questo vuol dire che c’è un’affezione e un attaccamento particolare della nostra comunità, che si incardina nella chiesa matrice di Alessandria, che era la chiesa collegata alla struttura di Borgo Rovereto, poi diventata la cosiddetta Santa Maria di Castello, ma questa immagine e questa devozione si trasferisce poi nelle sedi principali del sentimento religioso della città, ovvero il Duomo. Mi permetto di soffermarmi sull’importanza dell’immagine, perché ci aiuta ad avvicinarci a qualcosa che sta oltre l’immagine, che sta sul campo dello spirito, che sta sul campo di qualcosa che ha una vita molto più duratura rispetto quella del Simulacro. Il Simulacro è qualcosa di importante, perché ci aiuta ad avvicinare a noi ciò che è spirituale. Noi che viviamo la vita in modo materiale, e che nella nostra quotidianità, in qualche modo, ragioniamo attraverso le immagini. Quindi l’immagine è qualcosa di importante che può aiutare a superare anche il livello materiale della quotidianità, pur essendo un oggetto materiale».

In quale occasione si è rivolto a Maria da figlio a madre. Ci può raccontare qualcosa?

«In più di un’occasione mi sono rivolto alla Vergine Maria come figlio. Mi permetto di fare questo esempio, molto personale, che probabilmente non è di grande interesse per la nostra comunità. Ma nella mia casa di Cassine ho una cappelletta consacrata, dove vige il Simulacro della Vergine di Lourdes. Quindi devo dire che un rapporto con Maria in qualche modo l’ho avuto, ce l’ho e lo avrò nella mia quotidianità. Poi ci sono dei momenti, come credo capiti a tutti, in cui determinate situazioni che si vivono ti portano ad avere un rapporto più continuativo e più profondo, mentre poi ci sono altri momenti della vita dove sei distratto e magari ti dimentichi anche un po’ di questo rapporto. Però, devo dire che l’immagine della Madonna la vedo nella mia quotidianità, nella mia casa, ed è stato un riferimento non solo per me, ma anche per i miei genitori e per chi mi ha preceduto».

Signor sindaco, concludiamo con un breve saluto alla città.

«Approfitto di questo momento per ribadire l’attaccamento e l’affetto profondo della città nei confronti della Madonna della Salve, in questo momento soprattutto. Perché credo che abbiamo vissuto delle brutte situazioni, in questo anno di pandemia. Ed è altrettanto vero che in queste ultime battute, la città di Alessandria, in qualche modo, è stata un po’ assistita dalla Vergine Maria, perché per fortuna rispetto ad altre comunità ha avuto meno problemi, in termini statistici. Allora proprio per questo motivo, quello della Salve credo sia un tema importante. E, proprio in questa occasione, ritengo non solo di dover fare i saluti e gli auguri alla città per questo importante momento e per questo importante giorno che ci riporta al nostro rapporto quotidiano con la Vergine Maria, con la Madonna della Salve. Ma vorrei anche approfittare per ringraziare tutti coloro, per primo sua Eccellenza Monsignor vescovo, che tutti gli anni ci riconducono per mano, fisicamente quando è possibile, virtualmente quando non è possibile fisicamente, a questo rapporto con la Vergine della Salve, protettrice della città. E sono sicuro che il Suo sguardo benevolo dall’alto veglia continuativamente la nostra comunità, anche nei momenti più difficili. Scusate se mi permetto di dire queste parole che forse non competono a me, ma vengono dal cuore: ma, a volte, queste sono prove che ci vengono anche date per crescere, per rafforzarci, per crescere nella fede, nella consapevolezza e nella comprensione degli altri. Un’occasione per crescere come comunità. Non sempre si cresce solo se le cose vanno bene, anzi forse si cresce di più quando le cose non vanno bene, e ci vengono date delle prove da superare. Ecco, l’augurio è quello di superarle insieme, a braccetto, con grande comprensione e con grande sentimento nei confronti degli altri».

Andrea Antonuccio

 

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