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Come imparare ad amare Vivaldi

“La Voce delle note” di Giacomo Lucato

Dopo averci portato per mano a conoscere Ruggero Leoncavallo, oggi il nostro consulente di musica classica ci racconta di Vivaldi. Lui è Giacomo Lucato (nel tondo), 22 anni, musicista diplomato in violino.

Giacomo, quando è meglio ascoltare Vivaldi?

«Durante i mestieri di casa è perfetto! Dalle stagioni ai concerti per viola, violoncello, flauto e mandolino, tutta la musica di Vivaldi fa ballare, quindi si presta molto ad affrontare a passo di danza le faccende domestiche. Mi sento di dire che Vivaldi è un buon rimedio per ogni situazione un po’ statica, come guidare, le lunghe attese in coda alle poste o dal dottore: lui porta gioia e colore, sempre e comunque».

Come far apprezzare questo compositore anche ai bambini?

«Mi piace l’idea di far chiudere loro gli occhi e lasciare che viaggino con la fantasia. In questo caso le stagioni calzano ancora una volta a pennello: è musica empatica e ricca di contrasti, può facilmente catturare l’attenzione di un bambino! C’è il cinguettio degli uccellini, il latrato del cane, l’ululare del vento in tempesta, il ronzio delle mosche, il temporale, lo sbocciare dei fiori… sono davvero tante le immagini che possono scaturire dall’ascolto di queste due brani e che si possono commentare con i bambini».

Antonio Vivaldi e il suo capolavoro: le quattro stagioni

Venezia. 4 marzo 1678. Nasce Antonio Lucio Vivaldi, celebre violinista e compositore, passato alla storia per i suoi capelli rossi e i quattro concerti per violino solista intitolati “Le stagioni”.
Figlio del ridondante sfarzo barocco, compone musiche semplici e immediate, senza retorica né fronzoli. Bisogna avere le idee ben chiare per riuscirci. E soprattutto è necessario ancor più carattere per renderle un successo immediato. Forse ciò è dovuto proprio alla ritmicità dei suoi lavori, che risvegliano in noi pulsioni ancestrali. Le melodie si susseguono l’un l’altra ciclicamente, con disarmante naturalezza, ammaliando l’ascoltatore.

Una musica imponente, che evoca sensazioni, odori, sapori e abitudini di una società amante della meraviglia e dello stupore. È musica che sa di gente e di natura. Viene da un mondo indaffarato, ricorda il vociare dei mercati, il trambusto quotidiano fra gli stretti canali, ma allo stesso tempo stimola con estrema precisione la memoria del cinguettio degli uccelli in primavera, evoca la paura imitando il tuonare del temporale estivo e fa rabbrividire con il gelo dell’inverno. D’un tratto, si aprono piccoli squarci musicali in una dimensione sospesa, senza tempo. Punge l’odore d’incenso, risuona l’eco dei passi in una chiesa silente. Ma è solo questioni di attimi. Con i sensi ancora intorpiditi siamo catapultati fra il tumulto di persone, tutte rapite dalla frenesia del lavoro.

Una musica che spinge ai limiti e prende vita

La sua musica è un battagliare di contrasti. La velocità di esecuzione delle note deve essere esagerata per trasformarsi in torrenti impetuosi o nello scorrere carezzevole di un ruscello di montagna. Lo scroscio della pioggia richiede che le dita diventino esse stesse gocce d’acqua, abbattendosi con violenza sulla tastiera.
L’arco è come folate di vento tempestoso e scorre infervorato sullo strumento. Pizzicare le corde con la mano destra diventa lo schioppo del fucile del cacciatore. E non basta tirare la corda tanto per fare risuonare la nota: bisogna proprio sparare. Una sfida continua e instancabile. I suoi brani sono voracità, passione e vitalità. Eseguirli significa avere la stessa energia di cui sono fatti. Questo è per me suonare Vivaldi: far fatica per spingersi ai limiti delle proprie capacità, ma proprio in quella fatica sentirsi felici e appagati. Perché la musica prende vita. Per davvero.

Tre consigli per conoscere Vivaldi

Le quattro stagioni dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Milano (Oscom) diretta da Pietro Mianiti. Il concerto si è svolto il 16 luglio 2020, come segno di ripresa delle attività concertistiche dell’istituzione dopo il primo lockdown. Gli allievi (tra cui ci sono anche io) hanno suonato su strumenti storici, frutto del genio costruttivo di grandi liutai italiani quali Guadagnini, Guarnieri, Testore e Amati, conservati nella Galleria interna al Conservatorio (youtu.be/U-lWK1OkOqE).

Le quattro stagioni in una esecuzione filologica “animata”, con la violinista Midori Seiler e l’orchestra dell’Accademia di Musica Antica di Berlino (youtu.be/zWHLZ8sLTdA).

Le quattro stagioni suonate con strumenti moderni dalla celebre violinista olandese Janine Jansen e la Amsterdam Sinfonietta (youtu.be/zzE-kVadtNw).

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