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L’udienza del Papa per i 50 anni della Caritas

Vaticano

«Santità, non vogliamo essere una Chiesa “timida” ma – per usare una sua espressione felice – vogliamo essere una Chiesa che “fa chiasso” attraverso le opere di misericordia e di carità. Siamo qui per dirle questo».

Così il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, si è rivolto a papa Francesco nel suo saluto iniziale durante l’udienza di mercoledì 16 giugno in Vaticano, in occasione dei 50 anni dalla nascita di Caritas italiana, istituita da San Paolo VI il 2 luglio 1971 «con lo scopo di essere testimonianza viva della carità in tutti i suoi molteplici aspetti”.

«In una parola – ha precisato il cardinale Bassetti – si voleva sostituire l’assistenzialismo con la promozione umana, con una opzione preferenziale per i poveri, come aveva detto il Concilio». «I nostri centri di ascolto – ha proseguito il presidente della Cei – forniscono dati sociali sul disagio sociale e sulla povertà che non sono basati solo sul rilevazioni numeriche. Non ci interessa questo. Ci interessano soprattutto i volti, le storie, le situazioni concrete delle persone e delle famiglie».

Il cardinale Bassetti ha ricordato le parole “inequivocabili” del Papa che sottolineano «la centralità dell’accoglienza in questo passaggio di millennio»: «La Chiesa è madre, e la sua attenzione materna si manifesta con particolare tenerezza e vicinanza verso chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e vive nello sradicamento e nella fragilità». «Oggi – ha concluso – lei ci invita a portare la speranza negli occhi ma soprattutto nel cuore dei poveri, dei rifugiati, di chi ha perso le proprie radici. Grazie».

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