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Papa Francesco dimesso dal Policlinico Gemelli

Dopo l’operazione al colon

Papa Francesco è stato dimesso mercoledì 14 dal Policlinico Gemelli di Roma. Il Pontefice, poco dopo le 10.30, è stato riaccompagnato in Vaticano a bordo di un’utilitaria, scortato dalla polizia. Prima di far rientro a Casa Santa Marta, si è fermato alla basilica di Santa Maria Maggiore per pregare di fronte all’icona della Salus populi romani, l’immagine della Vergine cara ai Gesuiti.

Il Papa, fa sapere il portavoce vaticano Matteo Bruni, di fronte alla Madonna «ha ringraziato per il buon esito del suo intervento chirurgico, rivolgendoLe una preghiera per tutti i malati, in particolare quelli incontrati durante i giorni della sua degenza». Una volta giunto a destinazione, verso mezzogiorno, ha salutato il personale di polizia che lo ha scortato nel ritorno al Gemelli e i soldati dell’Esercito che presidiano l’ingresso laterale del Vaticano.

«Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini con la preghiera e l’affetto nei giorni di ricovero in ospedale. Non dimentichiamoci di pregare per i malati e per chi li assiste»: così papa Francesco, in un tweet. Il Santo Padre era ricoverato all’ospedale Gemelli da domenica 4 luglio, giorno in cui è stato sottoposto a un intervento di stenosi diverticolare sintomatica. L’intervento è stato eseguito in anestesia generale dal professor Sergio Alfieri, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia digestiva del Gemelli. L’esame istologico del tratto di intestino asportato aveva escluso la presenza di neoplasie.

Il decorso post-operatorio è stato regolare e il Papa aveva ripreso a leggere e lavorare dalla sua stanza. Le previsioni iniziali che stimavano una settimana di ospedalizzazione si sono rivelate troppo ottimistiche, in quanto sono stati dieci i giorni di ricovero del Papa al Gemelli. Domenica 11 luglio il Pontefice si è affacciato sul piazzale del nosocomio romano da un balconcino al decimo piano, adiacente alle stanze in cui alloggia, per la tradizionale recita dell’Angelus domenicale. È apparso in buone condizioni e ha ringraziato tutti per l’affetto e le preghiere riservategli con queste parole: «Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Sono contento di poter mantenere l’appuntamento domenicale dell’Angelus, anche qui dal Policlinico Gemelli. Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere. Grazie di cuore!».

Un piazzale gremito di fedeli, pellegrini ma anche di tanti malati, pazienti, dei loro accompagnatori, come del personale medico e infermieristico dell’ospedale tutto ha partecipato alla recita dell’Angelus. Papa Francesco ha elogiato il Servizio sanitario nazionale, che assicura universalmente le prestazioni necessarie. Prima di affacciarsi al balconcino papa Francesco ha fatto visita al reparto oncologico pediatrico che si trova sullo stesso piano. Qui ha salutato i piccoli pazienti insieme ai loro genitori. Alcuni di loro poi, il Papa li ha portati con sé sul balcone per la recita della preghiera. «Fra i tanti ammalati incontrati in questi giorni – ha riferito Bruni – rivolge un pensiero particolare a quanti, allettati, non possono tornare a casa: che possano vivere questo tempo come un’opportunità, anche se vissuta nel dolore, per aprirsi con tenerezza al fratello o alla sorella malati nel letto accanto, con cui si condivide la medesima umana fragilità».

Durante la degenza, papa Francesco ha anche avuto modo di esultare per due successi sportivi, ovvero quello della “sua” Argentina in Copa América e quello dell’Italia nel Campionato Europeo. «Nel condividere la gioia per la vittoria della nazionale argentina e di quella italiana con le persone che gli sono vicine, – ha affermato Bruni – Sua Santità si è soffermato sul significato dello sport e dei suoi valori, e su quella capacità sportiva di saper accettare qualsiasi risultato, anche la sconfitta: “Solo così, davanti alle difficoltà della vita, ci si può sempre mettere in gioco, lottando senza arrendersi, con speranza e fiducia”».

Marco Lovisolo

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