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Marie Minuto Ighina/3

“Mi ricordo…” a cura di Flavio Ambrosetti

(Prosegue dallo scorso numero)

La salute di Marie Minuto Ighina peggiorò nell’autunno 1982; ricoverata all’ospedale di Ovada, un tempo diretto dal marito, fu curata dal primario di Medicina professor Livio Petronio, assistita da suor Tersilla, da Angela Chenna e dalle amiche Licia Maineri e Maria Ravera, moglie del primo sindaco della Liberazione. A fine novembre si aggravò; il cugino presidente Pertini, con la signora Carla Voltolina, venne a visitarla in un sabato pomeriggio. Tra i due si svolse un commovente colloquio.

L’ospedale che accolse Vittorio Emanuele III fu visitato dal grande Presidente della Repubblica. Tutto fu tenuto riservato. Fui informato da Ambrogio Lombardo, amministratore dell’ente ospedaliero, fui presente e salutai con una stretta di mano calorosa Pertini. Per me un ricordo di valore. Nella notte dell’8 dicembre 1982 Marie Minuto Ighina morì.

Aveva spesso detto di essere una liberale laica, ma chiese i Sacramenti (occorre riferire che curava la celebrazione di Sante Messe in memoria dei suoi defunti in varie chiese cittadine e anche a Grillano). Chiamò uno Scolopio di Ovada, Padre Vittorio Panizzi, e ricevette i Sacramenti. I funerali si svolsero nella parrocchia dell’Assunta (nella foto). Celebrante, con altri sacerdoti, don Bartolomeo Ferrari (delegato dal Cardinale di Genova Giuseppe Siri per il mondo del lavoro di Genova, già cappellano della divisione partigiana “Mingo” di cui Marie Ighina fu staffetta).

All’uscita del feretro le campane degli oratori suonarono lenti rintocchi. In vita, curò restauri di tele di valore (oratorio dell’Annunziata) da Lei preferito, e scrisse un breve saggio sulla cassa processionale del Maragliano (oratorio di san Giovanni Battista). La tumulazione fu nel cimitero di Grillano d’Ovada. Per sua disposizione fu inumata. Il Comune di Ovada ogni anno, il 2 novembre, depone fiori per gratitudine (confermato da Paolo Lantero attuale sindaco).

Non volle iscrizioni, ma solo il suo nome e i dati: nata 1906 deceduta 1982. Seguì la lettura del testamento. Lasciò gran parte dei beni al Comune perché potesse acquisire un parco verde nel centro da destinare al pubblico. Fu intitolato a “Sandro Pertini”, penso che una scritta dovrebbe ricordare anche Marie.

Ebbi la sorpresa di essere nominato co-esecutore testamentario, come consigliere di minoranza, insieme con Ambrogio Lombardo e con gli altri esecutori, Lorenzo Bottero, allora sindaco, Marcello Venturi, noto scrittore, marito della scrittrice Camilla marchesa Salvago Raggi, che scrive di memorialistica familiare, un genere che mi affascina. Ho pensato di comporre in futuro – a memoria più ampia – un libro sull’attività di Marie Minuto Ighina, figura significativa dell’area ovadese e della provincia alessandrina; sarebbe un’azione utile anche per le giovani generazioni che non hanno conosciuto lei e la sua opera, precorritrice di tematiche ecologiste oggi rilevantissime.

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