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Due sacerdoti per una nuova unità pastorale

Il Vescovo ci racconta le novità in Diocesi

Grandi novità per sei parrocchie della nostra Diocesi: Isola Sant’Antonio, Alluvioni Cambiò, Grava, Piovera, Lobbi e Castelceriolo costituiranno una nuova unità pastorale, dopo quelle già avviate del Centro città e di Valenza. A guidarla, due sacerdoti che da oggi chiameremo “co-parroci”: don Luciano Lombardi, padre spirituale del Seminario e già parroco nella comunità delle chiese del Centro, e don Gianluca Depretto, che proviene dagli Scolopi di Genova. «Don Gianluca è un sacerdote che ha chiesto di entrare nella diocesi di Alessandria. Mi è stato presentato da don Mario Bianchi e da alcuni confratelli che lo hanno conosciuto e seguito» spiega il nostro Vescovo, monsignor Guido Gallese. «Ho avuto modo di incontrarlo e interagire con lui durante il Cammino di San Marco: mi ha fatto un’ottima impressione, è molto disponibile nei confronti degli altri. Ha accompagnato un ragazzo non vedente, ed è stato un arricchimento per tutti. Una persona positiva, don Gianluca, sempre di buon umore, anche nei momenti più faticosi…».

Eccellenza, ci può spiegare queste novità?

«Dopo la morte del caro don Cesare Fossati, che era parroco ad Alluvioni, Grava e Piovera, avvenuta nel dicembre scorso, ho fatto fatica a trovare qualcuno che lo sostituisse in un’ottica di unità pastorale. Bisogna trovare delle compatibilità per mettere insieme sacerdoti che abbiano carismi complementari e vadano bene per la zona».

Adesso li ha trovati. E ha affidato loro anche tre “responsabilità” in più…

«Don Luciano e don Gianluca saranno già dalla prossima settimana co-parroci in solido di Isola Sant’Antonio, Alluvioni Cambiò, Grava, Piovera, Lobbi e Castelceriolo. Aggiungo che a Lobbi don Edi Moro rimarrà in parrocchia e sarà disponibile per celebrare l’Eucarestia. Mentre don Adriano Manzato, che ringrazio per il servizio svolto e per la disponibilità, da Isola Sant’Antonio si sposterà a Castellazzo Bormida con don Emanuele Rossi. A loro si aggiungerà don Enrico Guagliardo, che ha fatto un buon lavoro con gli Scout di Valenza».

Come vede questi due nuovi co-parroci?

«Don Gianluca mi sembra poliedrico, è una persona di ottime relazioni. Mentre don Luciano ha una grandissima conoscenza dal punto di vista biblico, ha studiato Sacra Scrittura, si è laureato e ha il dottorato in Teologia biblica. È una persona che ha indubbie capacità di accoglienza. Mi ha colpito il fatto che, andando a celebrare le Cresime da lui, ho sempre trovato un’accoglienza straordinaria, soprattutto di bambini in difficoltà, numerosi nelle sue comunità. E questo mi fa pensare che ci sia una capacità di educare alla presenza».

don Luciano Lombardi

Qual è la cosa che non dovranno mai dimenticare?

«La comunione tra loro. Per questo vivranno insieme, facendo vita in comune».

Don Luciano ha 50 anni, don Gianluca 48. Sono nel pieno delle forze…

«Li aspetta un lavoro impegnativo, perché quello delle unità pastorali è un gran bel progetto (sorride). È entusiasmante: io stesso l’ho portato avanti, con un anticipo di 23 anni, quando nel 1998 sono stato nominato parroco di sei parrocchie e insieme a un altro prete ho vissuto questa esperienza “pionieristica”, che allora era il futuro della Chiesa. Un’esperienza utilissima: è stimolante organizzare le comunità cristiane, avendo coscienza che si inizia un’avventura nuova che segnerà certamente le comunità. Spero sia l’inizio di un’era nuova anche per la Chiesa alessandrina».

don Gianluca Depretto

Ci può dire ancora qualcosa sulle unità pastorali?

«Il discorso sulle unità pastorali sarà oggetto di un cammino sinodale, che punterà a mettere insieme le parrocchie in modo tale da raggiungere una “massa critica” nella quale si possa lavorare, insieme, sui singoli versanti pastorali. Perché le parrocchie, così come le abbiamo vissute finora, spesso non hanno la forza per curare tutte le branche della pastorale ordinaria: preparazione al battesimo, iniziazione cristiana, attività di oratorio, post-cresima, giovani, preparazione al matrimonio, famiglie, fino ad arrivare ai malati e agli anziani. Una comunità deve prendersi cura dei suoi membri… Solo che oggi, per la contrazione delle nascite, del numero dei preti e per la diminuita frequenza nelle parrocchie, le comunità non sono più in grado di svolgere questo compito. Alcuni aspetti della vita pastorale rimangono scoperti, e dunque mettere insieme le parrocchie è dare una chance per seguire su un territorio più ampio le persone che fanno parte della comunità».

Che cosa chiede ai laici delle sei parrocchie, di fronte a questi cambiamenti?

«Di stare vicini ai loro preti e collaborare con entusiasmo. So che è una zona pastorale particolarmente felice da questo punto di vista. Chiedo generosità e apertura».

Andrea Antonuccio

Leggi anche l’intervista sulla nuova Lettera Pastorale:

E poi ancora le altre interviste al vescovo:

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