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Preghiamo per l’unità dei cristiani

Ecumenismo

In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” è il tema della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno, tratto dal capitolo 2 del vangelo di Matteo. Si tratta del racconto dell’adorazione del Bambino Gesù fatta dai Magi, un testo che in qualche modo prolunga la celebrazione del Natale che abbiamo festeggiato da poco. La nascita di Cristo, nella narrazione del Vangelo di Matteo, è un evento di gloria e gioia grande: con l’Incarnazione di Cristo e il suo ingresso nel mondo, i cieli e la terra si uniscono in un’unica lode, i pastori di Betlemme si abbracciano con i Magi che vengono dal lontano oriente e insieme offrono i loro i doni al Figlio di Dio fatto uomo.

Una stella diventa la guida dei Magi verso il Bambino di Betlemme. Una cometa prodigiosa lo annuncia ai popoli lontani, invitandoli a venerare Cristo nato e così si adempiono le antiche profezie che hanno annunciato la venuta del Messia. I popoli, rappresentati dai Magi, non rimangono impassibili davanti a questo grande invito: dopo che hanno visto la stella straordinaria, si mettono in cammino fiducioso, senza conoscere la loro mèta, ma seguendola con perseveranza perché sanno che li condurrà davanti al Messia. I Magi, e con loro tutti gli uomini che cercano Dio, non esitano a dare inizio al loro cammino perché sanno che la fine del loro viaggio riserva loro qualcosa di più grande di ciò che i loro occhi vedono.

I testi di riflessione e preghiera per il 2022 sono stati preparati dal Consiglio delle chiese del Medio Oriente in Libano. “Mai come in questi tempi difficili, hanno scritto i rappresentanti cattolici, protestanti e ortodossi che hanno lavorato insieme, sentiamo il bisogno di una luce che vinca le tenebre, e quella luce è Gesù Cristo”. I cristiani del Medio Oriente quest’anno offrono la loro meditazione, consapevoli che il mondo condivide molte delle stesse fatiche e difficoltà e cerca una luce che possa dissolvere le tenebre sul cammino.

Ogni anno la data tradizionale per la Settimana di preghiera per l’unità va dal 18 al 25 gennaio, compresa cioè tra l’antica festa della cattedra di S. Pietro e quella della conversione di S. Paolo, e assume così un significato simbolico, posta tra le feste dei due apostoli considerati “le colonne” della Chiesa. Nel contesto del cosiddetto “movimento ecumenico” (dal greco “oikoumene”, “terra abitata”, in senso ampio “casa in cui tutti viviamo”) da ormai più di un secolo è maturata nei cristiani la convinzione della necessità di un impegno condiviso perché la diverse comunità che si sono divise per motivi storici, possano tornare unite e vivere una stessa fede, incominciando col pregare insieme.

Poiché, come ben sappiamo, la storia della divisione delle Chiese è stata segnata anche da guerre e da episodi dolorosi, si tratta di un traguardo notevole che oggi i cristiani possano riunirsi, pregare insieme e parlare di “riconciliazione”. Sono ormai un lontano ricordo i tempi in cui la Chiesa cattolica rifiutava il dialogo ecumenico, poiché si riteneva essa stessa il ceppo originale da cui si erano staccate tutte le altre comunità. Pertanto, “ecumenismo” significava semplicemente “ritorno” nel suo seno delle Chiese separate.

Il movimento ecumenico era nato fuori dalla Chiesa cattolica ma con il Concilio Vaticano II (1962-1965) entra pienamente nell’impegno dei cattolici, consapevoli ormai che è Cristo il centro della nostra fede e la mèta del nostro comune cammino. Anche quest’anno, pregando insieme ai fratelli e alle sorelle di altre comunità cristiane, riviviamo anche noi quella notte del primo Natale, dove il cielo e la terra si sono uniti in un’unica lode. Tutti noi, illuminati dal comune battesimo, vogliamo essere insieme come stelle che indicano al mondo e ai fratelli la presenza di Cristo in mezzo a noi.

Nella nostra diocesi l’appuntamento di preghiera con fratelli cristiani di altre confessioni si rinnova sabato 22 gennaio, alle ore 19, presso la parrocchia del Cuore Immacolato di Maria (via Monteverde, Alessandria).

don Stefano Tessaglia
Servizio diocesano ecumenismo
e dialogo interreligioso

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