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Una bandiera su un cumulo di macerie

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

siamo arrivati alla Pasqua 2022. Questa è la terza Risurrezione che viviamo in un mondo che sembra andare sempre più velocemente in frantumi (ne parliamo con il nostro Vescovo nell’intervista che vedete qui a lato: la mia prima domanda è proprio sul mondo che va a pezzi…). Sul Paginone abbiamo “costruito” una Via Crucis (dolorosissima) delle guerre dimenticate, per ricordarci che quando imploriamo la fine dei conflitti forse pensiamo a un «intervallo tra le guerre» (rileggete in prima pagina che cosa ha detto il Papa nell’udienza di mercoledì 13).

A proposito di papa Francesco: lascio lo spazio che rimane per dare voce alle parole che ha pronunciato nell’Angelus di domenica scorsa. Parole che, come sempre quando si tratta di Francesco, non sono “aria nel palato”. Anzi, muovono più delle armi e delle “soluzioni” che useremmo noi per dirimere le questioni (non solo quelle internazionali: anche tra noi, in famiglia o con gli amici). Sono i nostri auguri di Buona Pasqua a ognuno di voi.

«Siamo nei giorni che precedono la Pasqua. Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro. Ma oggi c’è la guerra. Perché si vuole vincere così, alla maniera del mondo? Così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male. È morto perché regnino la vita, l’amore, la pace. Si depongano le armi! Si inizi una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie? Nulla è impossibile a Dio. A Lui ci affidiamo, per intercessione della Vergine Maria».

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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