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Per Alessandria dire “Michel” è dire carità

Speciale Madonna della Salve/2

La copertina di monsignor Guido Marini: «Don Orione ispira il mio sacerdozio»

Monsignor Marini, che cosa l’ha colpita di Don Orione, che era padre confessore delle suore della Divina Provvidenza? Che “ispirazione” le dà questo Santo?
«Conosco da tanti anni Don Luigi Orione: fin dai tempi del seminario ho avuto modo di leggere la sua vita e alcuni suoi scritti e certamente è stato di ispirazione per il mio sacerdozio fin dalla più giovane età. Ma da quando sono Vescovo di Tortona questa figura riempie maggiormente la mia vita: ciò che più di ogni altra cosa mi tocca in profondità è considerare in Don Orione una carità straripante, che è partecipazione del cuore del Signore.

È stata la sua passione per Cristo a rendere la sua carità universale, attenta ad ogni bisogno e necessità degli uomini e delle donne. Mi pare che questo sia l’aspetto più significativo, almeno per quello che riguarda la mia esperienza di San Luigi Orione e che certamente interpella me in quanto vescovo. Perché come Don Orione, ogni vescovo dovrebbe realmente essere così unito al cuore del Signore Gesù da partecipare della sua carità che non ha confini e che dunque raggiunge l’uomo in ogni luogo e in ogni dove, perché là dove c’è l’uomo, c’è il cuore di Cristo che batte per lui. E il cuore di un vescovo non può che battere all’unisono con il cuore del Signore».

Suor Natalina Rognoni, madre superiora della Michel

Suor Natalina Rognoni, madre superiora dell’Istituto Divina Provvidenza, conosciuto da tutti gli alessandrini come “Michel”. Ci siamo fatti raccontare il carisma di madre Michel e qual è il legame con la Madonna della Salve.

Suor Natalina, chi era davvero madre Michel?

«Sappiamo che nella nostra famiglia religiosa, dalle sue origini a oggi, madre Michel è per tutte noi sue Figlie, Piccole suore della Provvidenza, importante perché è la nostra fondatrice. Il filo conduttore di questa storia è un susseguirsi di atti di amore, che ha spinto la Madre a spogliarsi di tutto, di sé e delle sue ricchezze. Ritrovando l’abbondanza della vita, nel farsi cuore per ogni tormento, abbraccio per ogni sofferenza, e sorriso per ogni tristezza: è l’eredità che noi Piccole suore, ancora oggi, ci proponiamo di prolungare nel tempo. Le parole della Madre per noi sono diventate preghiere di vita. “Qui non venimmo per essere servite, ma per servire i tuoi poverelli. Prendi Gesù le nostre mani e falle dispensatrici delle tue elemosine. I nostri piedi onde non abbiano a fermarsi sulla via del sacrificio. Le nostre labbra affinché lascino cadere sui cuori parole allegre, che ricreano l’afflitto, sorrisi amorosi che sollevano gli infermi. I nostri occhi onde non abbiano a trattenere le lacrime dinanzi all’afflitto”».

Quanto è stato importante madre Michel per la sua scelta di vita?

«Personalmente, quando mi sono sentita chiamata dal Signore, ho intrapreso il suo cammino di vicinanza e di conoscenza con la comunità religiosa delle Piccole Suore presenti nella mia città, Abbiategrasso (Milano), che svolgevano la loro missione nell’ospedale cittadino. Questa testimonianza semplice, sobria, gioiosa accanto ai sofferenti, mi ha interpellato fortemente, tanto da ripensare alla mia vita. Appartenevo al movimento ecclesiale dell’Azione Cattolica, ero impegnata a livello di presidenza, quindi cercavo di vivere un cristianesimo più radicale. Erano gli anni del ’68, tutti ricordiamo qual era il tessuto sociale dell’epoca: i movimenti studenteschi in subbuglio, i sindacati impegnati con i lavoratori. E anche io, nell’ambito professionale, lavoravo all’ufficio personale di una grande azienda. Ma il Signore ha i suoi progetti di bene, per tutti e per me che sognavo di formare una mia famiglia e proporre al mio partner di fare un’esperienza missionaria. È scattata la mia ora, ho cominciato a pensare il mio futuro in modo diverso. Ed eccomi qua, dopo quasi 50 anni di vita religiosa nelle Figlie di madre Michel. Leggendo la sua biografia, mi ha colpito il cuore di made per le strade del mondo a cercare dei figli a cui donare il calore del cuore materno. Si spogliò di tutti i suoi beni, messi poi in vendita, per donarli ai poveri. Così mi sono detta: “Perché no posso farlo anche io?”. E così la mia vita è cambiata».

La sua vita è cambiata per un’attrattiva, per questa bellezza che ha visto nella Madre e nelle sue Figlie. Oggi lei che cosa vede di madre Michel nell’Istituto che dirige?

«Fermiamoci un momento, guardiamoci intorno realisticamente: il mondo così apparentemente progredito, così sicuro di sé e delle sue conquiste, è costretto ad ammettere che le schiere dei poveri, di vario genere, crescono a dismisura. Madre Michel, attraverso le sue Figlie, lancia un messaggio di carità cristiana ed ecclesiale. Nelle nostre costituzioni troviamo scritto: è nostra missione diffondere la fede, la speranza e la carità tra i più bisognosi. Per Alessandria dire Michel è dire carità. Ed è proprio questo fuoco di carità che ardeva nel cuore della madre, che desideriamo far vivere nel tempo in tutte le nostre opere di assistenza. Madre Michel fu un’autentica missionaria: suo desiderio era dilatare il disegno di Dio, non solo tra in Italia, ma anche oltreoceano, tra i suoi fratelli in Argentina, Brasile, India e Africa. Paesi dove noi sue Figlie siamo presenti, vogliamo proprio sperimentale e far sperimentare ai poveri l’amore misericordioso del Padre. Non possiamo non sottolineare, in questo Ottavario della Madonna della Salve, la particolare devozione che madre Michel ebbe, tanto da nominarla superiora generale della Congregazione e intitolarle una casa per i suoi poveri a Roma, Casa Madonna della Salve. A lei, con rinnovata fiducia, diciamo: Madonna della Salve, nostra speciale Patrona e Regina, prega per noi».

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