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Da “coerenti” a cristiani: un Altro che fa

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

apriamo questo numero di Voce con l’intervista a don Domenico Dell’Omo, prossimo Rettore del Seminario della nostra Diocesi. Vi suggerisco di leggerla: per me la sua “confessione” su queste pagine è stata una bella sorpresa. Il racconto delle tappe della sua esistenza, quei passaggi che lo hanno portato a diventare sacerdote, è commovente. Si capisce che lui, Domenico, non ha pianificato nulla di quello che gli è accaduto. A un certo punto della sua vita, qualcosa (o Qualcuno) gli si è parato davanti e piano piano, inesorabilmente, si è imposto su tutto: lavoro, affetti, amicizie, tempo libero (se pensate che la sua vicenda è partita dopo aver fatto il passaporto per un giro intorno al mondo…).

Da questo si riconosce una storia cristiana vera: dal fatto che le cose comincia a farle un Altro, stupendoci a ogni passo. A noi tocca solo dire tanti piccoli “sì”, sempre più impegnativi ma adeguati al cammino che stiamo facendo. La testimonianza che possiamo dare al mondo, dunque, non si basa sulle nostre capacità, su quanto siamo diventati bravi, buoni o, addirittura, “coerenti” (la coerenza: l’impossibile virtù dei presuntuosi).

No: siamo testimoni solo quando, in filigrana, ciò che riusciamo a compiere si dimostra evidentemente come opera di un Altro. Uno che ci dona una misura (su noi stessi in primis, e poi sugli altri) di cui non saremmo capaci naturalmente. Dovremmo aiutarci ad affinare lo sguardo per riconoscere questo “intruso” a cui, nelle cose di tutti giorni, possiamo dire piccoli e concreti “sì”. Come bambini che, pur piangendo, sono amati e protetti nelle braccia forti e accoglienti di una madre e di un padre. Che cosa ci impedisce di capire che la vita è stare, in letizia, tra le braccia di Cristo? Sì, anche con le lacrime amare che la vita non risparmia a nessuno.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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