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Il fascino (in)discreto del denaro

“La recensione” di Fabrizio Casazza

È in corso questa settimana a Napoli il XXIX congresso nazionale dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale, dedicato al tema Il fascino (in)discreto del denaro: itinerari interdisciplinari per un’etica economica-finanziaria. Lasciamoci stimolare da alcuni saggi per approfondire il delicato argomento.

Il presbitero salernitano Antonio Genovesi, nato nel 1713, ricoprì la prima cattedra al mondo di Commercio e Meccanica come antesignano dell’economia civile, l’idea centrale della quale – come spiega nella Prefazione Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – «è quella di vivere l’esperienza della socialità umana, all’interno di una normale vita economica, né a lato, né prima, né dopo» (p. XIII). Riccardo Milano cura per Gabrielli La logica del bene comune (pp 277, euro 25), che riporta il testo de La Logica per i giovanetti, con saggi e commenti di Francesca Dal Degan, Roberto Mancini, Lucio D’Alessandro, Luigi Ricciardi. Interessanti le osservazioni su come si possono guastare i ragazzi: mancanza di cura, «soverchia condiscendenza», «troppa severità», carenza di esempi virtuosi.

Curando gli atti di una giornata di studi tenutasi nel 2018 presso l’Università Cattolica a Milano Domenico Bodega e Aldo Carera in Economia e società per il bene comune (Vita e Pensiero, pp 205, euro 20) presentano la figura del beato Giuseppe Toniolo, nato nel 1845. La sua idea centrale è che «il mercato postula l’eguaglianza tra tutti coloro che vi prendono parte, ma al tempo stesso genera ex post diseguaglianze di risultati. E quando l’eguaglianza nell’essere diverge troppo e troppo a lungo dall’eguaglianza nell’avere, il mercato produce effetti perversi. Ecco perché la sfera economica ha bisogno di intrattenere rapporti di buon vicinato con l’etica e con la politica» (p. 41).

Il pioniere del movimento per la sostenibilità globale John Elkington in Per un nuovo capitalismo (Aboca, pp 397, euro 28) chiede di reinventare il capitalismo, rendendolo più inclusivo. Se la metafora dei «Cigni Neri», ideata nel 2007 dall’analista libano-americano Nassim Nicholas Taleb, descrive i problemi imprevisti che portano esponenzialmente al collasso, i «Cigni Verdi» di questo libro sono soluzioni che conducono esponenzialmente verso una svolta, rappresentata soprattutto dal massiccio uso di energie pulite e rinnovabili. Il cambiamento richiede leader curiosi del futuro, pronti all’innovazione, consci di tutte le implicazioni delle loro decisioni, capaci di rinnovare il sistema democratico.

Questi tre volumi, che propongono idee provenienti da secoli diversi, hanno il merito di sollecitare una riflessione, ormai ineludibile, sul ruolo dell’economia nella società.

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