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Il “San Paolo” saluta Gian Maria

Vita della diocesi

Un cammino iniziato 10 anni fa che oggi si conclude, ma con gioia e speranza per il futuro. La storia è quella di Gian Maria Buonincontro (nella foto), 34 anni, che per molto tempo è stato il punto di riferimento dell’oratorio “San Paolo” di via De Gasperi, ad Alessandria. Oggi, dopo un cammino bellissimo, la decisione di lasciare spazio ai più giovani. «Ho iniziato nel febbraio 2012. Appena costruito l’oratorio mi hanno contattato e abbiamo iniziato insieme questo stupendo percorso. Fino a oggi…» ci racconta sorridendo Gian Maria. E adesso? «L’idea è quella di lasciare ai più giovani. E la più grande soddisfazione è vedere al mio posto un ragazzo che ha fatto tutto il percorso al “San Paolo”: dal catechismo ai centri estivi come animatore, e adesso responsabile dell’oratorio. È la fine, ma anche l’inizio, di un ciclo, passami il termine calcistico (sorride). E sono molto contento».

Gian Maria, come “racchiudi” questi 10 anni?

«Non è facile esprimersi in poche parole. Sicuramente provo tanta gratitudine, perché ho trovato una comunità speciale: dai sacerdoti alle catechiste, fino agli animatori e ai bambini. Ognuno di loro mi ha fatto crescere come persona. Mi porto nel cuore tutti i ragazzi che ho incontrato, dai 6 anni fino a diventare animatori. La soddisfazione è quella di aver aperto un ciclo, portandolo avanti, e di averlo chiuso dando sempre continuità. E, alla fine, vedere che tutta la fatica fatta ha avuto un senso. Quindi, la parola principale è gratitudine».

Tanti i sacerdoti con cui hai collaborato.

«Ho collaborato con don Guido Ottria, con lui un legame speciale da sempre. Così come con don Andrea Alessio. E, in questi anni, ho conosciuto anche don Giovanni Bagnus e, nell’ultimo periodo, don Vittorio Gatti».

Oggi i giovani sembrano distanti dalla Chiesa. Come è possibile avvicinarli?

«La chiave è coinvolgerli. Una volta erano loro ad andare verso la Chiesa. Oggi, invece, è il contrario: siamo noi a dover andare verso i ragazzi. Rimango sempre dell’idea che se un giovane viene coinvolto poi è difficile che non rimanga. È vero, le generazioni sono diverse, ma una cosa non deve cambiare, cioè lo spirito con cui cerchiamo di coinvolgerli. Qualche anno fa bastava tenere un oratorio aperto: adesso siamo noi chiamati ad andare incontro ai giovani».

Un saluto alla tua comunità.

«Saluto e ringrazio ancora tutte le persone con cui ho collaborato, dai sacerdoti a tutta la comunità. Continuerò a frequentare il “San Paolo”, per qualsiasi tipo di aiuto e consiglio. E poi… fisicamente e con il cuore sarò sempre con voi».

Alessandro Venticinque

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