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Un servizio infermieristico a disposizione dei ragazzi

Collegio Santa Chiara

«Dal 25 ottobre una volta settimana, nell’infermeria che abbiamo allestito all’interno del Collegio un infermiere è a disposizione dei ragazzi per ogni necessità. Ci sarà anche solo per una chiacchierata, per sciogliere un dubbio su un problema di salute. Avremmo inoltre disponibile un medico, reperibile per ogni emergenza». La direttrice del Santa Chiara, Carlotta Testa, ci descrive con orgoglio questa nuova iniziativa dedicata all’accompagnamento, questa volta in chiave sanitaria, degli studenti residenti. Un servizio infermieristico per tamponi Covid, dolori articolari e qualsiasi acciacco possa colpire i ragazzi. Ma non solo: l’infermeria sarà anche un punto di ascolto. «Quello che desideriamo fare è entrare a far parte della famiglia del Santa Chiara. Speriamo che i ragazzi possano percepirci come un pezzo di questa storia e che di conseguenza si sentano a loro agio a venire a bussare alla nostra porta come se fosse quella della direttrice o dello chef del Favorite!. Ci piacerebbe che lo facessero con la stessa naturalezza»: Un’attenzione all’umanizzazione del rapporto con gli “utenti” visti principalmente come “persone” che ci sottolinea Antonio De Luca, 35 anni, educatore e presidente della cooperativa Kairos, che mette a disposizione i suoi professionisti per svolgere il servizio.

Carlotta, in cosa consiste questo servizio?
«Si tratta, in estrema sintesi, di in un ambulatorio infermieristico attivo presso il Collegio e a disposizione dei nostri studenti per tutte le necessità in materia di salute. In questi quattro anni abbiamo notato, come è normale, che i ragazzi possono soffrire di qualche problema, generalmente semplice e risolvibile, di salute. Inoltre noi abbiamo una forte componente di giovani che, venendo da lontano, hanno il proprio medico di famiglia nella loro regione di provenienza e non sempre al telefono è facile avere delle risposte. Volevamo quindi dare una presenza professionale all’interno delle mura del Collegio che potesse venire incontro a tutti per queste necessità».

Nel parlare dell’ambulatorio hai usato la frase «la comunità di Collegio si allarga»: come mai?
«Ho usato l’espressione “comunità di Collegio” perché il Santa Chiara è sostenuto dall’opera, dal lavoro e dal servizio di tante figure. Io più spesso compaio in prima linea ma il nostro progetto è portato avanti e “vivificato” dal lavoro di molte persone: la comunità educativa, tutti i membri dell’impresa Salve, il nostro personale di struttura… Quindi quando penso ai giovani professionisti di Kairos che svolgeranno questo servizio, le vedo come altre figure che collaboreranno nel far sì che questo edificio diventi sempre di più una struttura a sostegno della vita dei giovani che qui abitano». E ora parliamo con uno degli infermieri, Filippo Gatti (nel tondo).

Filippo, raccontaci chi sei.
«Sono infermiere da 20 anni. Ho lavorato in pronto soccorso, in sala operatoria e fino a pochi mesi fa ho fatto l’infermiere nella centrale operativa di Cuneo (su ambulanze ed elisoccorso). Ho scelto questo lavoro perché quando ero piccolo vedevo l’elicottero passare in cielo e mi dicevo sempre: “Un giorno lavorerò anche io lì”. Il periodo dell’emergenza Covid è stato molto stressante e quindi ho deciso di proseguire il mio percorso come libero professionista e occuparmi di formazione sanitaria. Collaboro soprattutto con la cooperativa Kairos: quando assieme al presidente Antonio abbiamo incontrato Carlotta, è stato facile trovare un progetto comune».

Che servizio svolgerai in Collegio?
«Parlando con Carlotta abbiamo pensato che fosse importante recepire i bisogni dei ragazzi: lei ci raccontava come in periodo pandemico avessero grande necessità di un punto dove confrontarsi, che risolvesse i loro problemi. Quello che abbiamo allestito al secondo piano del Collegio non sarà solo un laboratorio infermieristico “standard”, ma anche un luogo dove i giovani possono confrontarsi, esprimere dubbi, trovare una soluzione. In questo punto di ascolto ci saremo io e Fabio Toscano, l’altro infermiere che lavorerà a questo progetto: entrambi possediamo una grande esperienza di valutazioni telefoniche, di triage, di gestione della richiesta di soccorso e abbiamo anche un occhio attento nel capire quando è urgente intervenire e quanto è fattibile risolvere la questione in modo diverso. Collaboreremo con il dottor Gasparino, che è un medico di emergenza esperto in medicina di indirizzo, con cui potremmo valutare tutte le richieste e dare tutte le soluzioni pertinenti e con uno psicologo».

Che cosa significa per te essere a servizio dei giovani?
«Stare con i ragazzi è fantastico: sono carichi di energie, di idee. Sento che sarà più quello che guadagnerò io in termini di emozioni ed energie positive di quanto potrò dare a loro. Per me i giovani sono sempre un’opportunità di crescita: per esempio, durante la cena di presentazione una ragazza mi ha parlato della sua tesi su dei nuovi marker tumorali, delle nuove cure per questa malattia che stava studiando per poter essere d’aiuto a più persone in questa situazione e io le ho detto: “Ti prego studia tantissimo e trova una soluzione, io faccio il tifo per te!”. Poter essere d’aiuto a ognuno di loro è bellissimo».

Zelia Pastore

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