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Imparate a fare il bene, cercate la giustizia

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Questo sabato, 21 gennaio, alle ore 19 presso la chiesa del Cuore Immacolato di Maria (via Monteverde, Alessandria) si terrà la tradizionale preghiera per l’unità dei cristiani, proprio nella settimana dedicata a questa importante intenzione (18-25 gennaio).
Il tema scelto per la riflessione di quest’anno impegna alla ricerca della giustizia e della pace, ed è tratto dal profeta Isaia (trovate il brano biblico nel box a lato): “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove” (Is 1, 17).

Isaia, forse il più conosciuto dei profeti biblici, visse e profetizzò nel regno di Giuda nell’VIII secolo a.C. e fu contemporaneo di Amos, Michea e Osea, in un periodo di grande prosperità economica e politica. Tuttavia, proprio il tempo del benessere, si rivelò anche un periodo in cui dilagavano l’ingiustizia, la disparità e le disuguaglianze.
Era anche un’epoca in cui la religione prosperava, come espressione rituale e formale della fede in Dio, incentrandosi sulle offerte e sui sacrifici del Tempio; nel contesto di questa religione formale e rituale erano i sacerdoti ad esercitare maggiore influenza e potere, senza spesso preoccuparsi per quanti soffrivano ingiustizie ed oppressione e i poveri venivano denigrati: questa la critica del profeta.

A quel tempo le parole di Isaia tentavano di risvegliare la coscienza del popolo di Dio, mostrando come quel tipo di religiosità non fosse una benedizione ma, al contrario, una ferita aperta e un sacrilegio davanti all’Onnipotente. L’ingiustizia e la disuguaglianza avevano portato a divisioni e discordie; il profeta denunciava le strutture politiche, sociali e religiose e l’ipocrisia nell’offrire sacrifici a Dio mentre si opprimevano i poveri. Isaia si pronunciava vigorosamente contro i capi corrotti e a favore degli svantaggiati, riponendo la giustizia e la rettitudine solo in Dio.
Al giorno d’oggi la realtà ci mostra come ancora nel mondo siano presenti muri di oppressione e di povertà da abbattere con decisione. L’invito di Isaia a ricercare la giustizia ci riguarda ancora oggi e implica il riconoscimento dell’ingiustizia e dell’oppressione che segnano la nostra società. Ricercare la giustizia richiede di affrontare coloro che infliggono il male agli ultimi: non è un compito facile e a volte porterà al conflitto, ma Gesù ci assicura che difendere la giustizia di fronte all’oppressione è la strada per il Regno dei cieli: “Beati i perseguitati per causa della giustizia, perche di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 10).

In molte parti del mondo le chiese devono invece ammettere che talvolta si sono conformate alle norme sociali e sono rimaste in silenzio, a volte addirittura complici dell’ingiustizia e nel fomentare la divisione. La chiamata profetica richiede invece ancora la conversione di tutti e di tutte le comunità e ci spinge a chiederci: chi sono le persone più vulnerabili nella nostra società? Quali sono le voci che non vengono ascoltate nelle nostre comunità? Chi non è rappresentato nei nostri incontri? Come possiamo noi cristiani essere uniti nell’affrontare i mali e le ingiustizie del nostro tempo? Mentre siamo radunati insieme in preghiera, che cosa siamo disposti a fare in favore di chi non ha voce?

La nostra preghiera e il nostro incontrarci con il cuore hanno il potere di trasformarci, come individui e come comunità. Apriamoci alla presenza di Dio in ogni nostro incontro, mentre chiediamo la grazia di essere trasformati, di smantellare i sistemi di oppressione e di guarirci dal peccato. Insieme, impegniamoci nella lotta per la giustizia nella nostra società. Tutti noi apparteniamo a Cristo.

Quando venite a rendermi culto chi vi ha chiesto tutte queste cose e la confusione che fate nel mio santuario? Le vostre offerte sono inutili. L’incenso che bruciate mi dà nausea. Non posso sopportare le feste della nuova luna, le assemblee e il giorno di sabato, perché sono accompagnati dai vostri peccati. Mi ripugnano le vostre feste della luna nuova e le vostre celebrazioni: per me sono un peso e non riesco più a sopportarle. Quando alzate le mani per la preghiera, io guardo altrove. Anche se fate preghiere che durano a lungo io non le ascolto, perché le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi, purificatevi, basta con i vostri crimini. È ora di smetterla di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove. Ma sia ben chiaro – dice il Signore – anche se per i vostri peccati siete rossi come il fuoco, vi farò diventare bianchi come la neve e puri come la lana.

Isaia 1,12-18

don Stefano Tessaglia
Servizio diocesano ecumenismo e dialogo interreligioso

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