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Il fratello dei poveri e il nipote del conte di Passalacqua

Alessandria racconta

Anni 70/80 del secolo scorso, nella Pampa argentina si incontrano due personaggi molto particolari. Il primo è un religioso: fra Romeo Musaragno, originario di Maerne, in provincia di Venezia. Partito verso l’America come missionario, prima si reca in Uruguay, poi, dal 1967, si stabilisce a Olivarria in Argentina, dove si dedica all’assistenza degli indigenti. L’altro è Giuseppe Gualtiero Guazzone, ricco possidente terriero, nipote del quasi omonimo conte di Passalacqua, nativo di Lobbi, che in Argentina aveva fatto fortuna, tanto da venire appellato come “El rey del trigo” (Il re del grano). Daniel Lecointre, editorialista del sito internet zonacampo.com.ar, racconta il momento in cui Guazzone si recò per la prima volta da Fray Romeo. […] Una terribile siccità stava uccidendo gli animali e distruggendo il grano nella zona.

Quindi Giuseppe era andato con l’intenzione di chiedere una messa, per pregare che piovesse e alleggerisse un po’ le cose. Romeo, sfacciato e simpatico, gli chiese quanti millimetri servissero per fermare il disastro in zona.
“Con trenta almeno eviteremmo che gli animali muoiano”, rispose il conte. “È un affare. Se faccio piovere in zona nei prossimi dieci giorni, tu mi darai un pony” […]Pochi giorni dopo, sessanta millimetri caddero dolcemente.

Le ultime gocce non avevano finito di cadere e Romeo stava già entrando nel viale del ranch. Il nobile lo accolse con un franco sorriso, ora doveva mantenere la parola data. Dopo aver bevuto qualcosa in cucina, e quando stavano già sistemando la strada per portare il cavallo, Romeo attaccò di nuovo: “Giacché ho fatto piovere il doppio del necessario, potresti darmi un altro piccolo aiuto per la Caritas, signor conte?”. “Va bene, ha ragione, le darò una giovenca per aiutarla nel suo lavoro”, rispose Guazzone. Da quel momento, frate Romeo, che durante la raccolta delle elemosine indossava un berretto con un’elica in testa per far sorridere le persone, si recò spesso a trovare Giuseppe Gualtiero Guazzone al ranch El Mirador. Fray Romeo, “il fratello dei poveri”, tornò alla casa del padre nell’agosto del 1998, all’età di 76 anni, lasciando un’intera città in lutto.

Qualche anno più tardi, gli verrà dedicato un monumento.
Anche Guazzone volle esprimere il suo cordoglio nei confronti dell’amico attraverso una lettera indirizzata a fra Contardo Miglioranza:“Il mio ricordo di Fray Romeo è il ricordo di una persona eccezionale.
La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la sua gioia nel servire i poveri e, attraverso di loro, il Signore […] Non si concedeva un attimo di riposo nel suo continuo svolazzare per portare sollievo ai malcapitati. Chi gli rimproverava di aiutare i senzatetto che approfittavano del suo buon cuore, rifletteva che tutti i disgraziati dovevano essere aiutati, anche se alcuni di loro non lo meritavano. Il ricordo che ho di frate Romeo, che considero un vero santo, è certamente una delle cose preziose che porto nel cuore”.

Mauro Remotti

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