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Ponte sì, ponte no

città nostra

Tra le proposte presentate dai candidati nell’ultima campagna per le elezioni politiche nazionali, la più eclatante è stata quella dell’onorevole Matteo Salvini, relativa alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, annosa e travagliata opera, mai realizzata per motivi che spaziano dal costo indefinibile al timore di devastanti scosse telluriche. Tale proposta ha ricordato agli alessandrini quelle relative alla erezione del secondo ponte sul Bormida. In una recente trasmissione culturale di Raitre, uno storico narrava che i romani, per conquistare la Sicilia, erano transitati su un ponte di barche e, considerato che all’epoca il Sud Italia era di certo molto boscoso, potremmo crederlo; inoltre abbiamo visto di recente un americano costruire una passerelle che consentiva il passaggio sul lago d’Iseo tra una sponda e il centrale Monte Isola. Considerato che per il nostro nuovo ponte della Cittadella, dopo un’alluvione che aveva portato l’acqua fino in centro città, c’è voluto un sindaco donna, Francesca Calvo, intraprendente e determinata, per avere almeno un progetto iniziale (il ponte Meier nasce da lì); speriamo che per questo nostro secondo ponte non sia necessario attendere l’elezione di un’altra sindachessa.
Confido che l’attuale Amministrazione sia più propensa al fare che al dire, per eliminare l’inaudito spreco di tempo e di risorse economiche, con le interminabili code di autoveicoli tra Spinetta e il platano di Napoleone.

Carlo Re 

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