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Il sorriso di Tommy è volato in Paradiso

Il ricordo degli amici

La morte di Tommaso Re Mariotti, 18 anni, ha commosso la città intera negli scorsi giorni. Tommaso era un ragazzo sempre sorridente che frequentava il Liceo “Umberto Eco” di Alessandria. La sua troppo breve esistenza è stata gravemente segnata da continui ricoveri in ospedale, in seguito alla donazione del rene prelevato dal padre, Pier Enrico, nel 2009. Un calvario che si è concluso nella notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 maggio. La sua voglia di vivere e il suo coraggio sono stati davvero contagiosi, fino all’ultimo.

Tommaso faceva il chierichetto tutte le domeniche ed era animatore nella parrocchia di San Pio V e Cuore Immacolato di Maria. Molto legato al gruppo dei giovani dell’oratorio, che gli sono stati vicini fino all’ultimo con molte videochiamate, Tommy si faceva ben volere da tutti, era impossibile non amare la sua semplicità e il suo spirito. Era di una tempra forte: solo così ha potuto affrontare le difficoltà sempre con il sorriso. L’amore della città verso di lui e verso la sua famiglia, in particolare verso i genitori Pier e Stefania, che ne hanno condiviso i dolori e le fatiche ma anche le gioie in questi anni, è stato dimostrato dalla massiccia presenza sia al rosario sia al funerale. In entrambi i casi, le persone si sono affollate anche fuori dalla chiesa di San Pio V, stracolma. Particolarmente toccante il funerale di sabato 6 maggio.

In questo articolo, abbiamo chiesto un pensiero a don Giuseppe Di Luca, parroco di San Pio V e Cuore Immacolato. Don Giuseppe ha celebrato i riti funebri di Tommy, ma soprattutto ha seguito negli ultimi anni le sofferenze del ragazzo e della sua famiglia, accompagnandoli anche con la preghiera fino al momento più difficile. Pubblichiamo anche il testo della lettera scritta e poi pronunciata a fine celebrazione dal gruppo animatori della parrocchia. I giovani si sono presentati al funerale indossando la maglietta del centro estivo con la scritta “Grazie Tommy!”. Sì, un grazie sentito, perché, come sottolineato anche da don Giuseppe nell’omelia della Messa funebre, Tommaso ha donato a tutti noi la capacità di sorridere anche nei momenti più difficili. Per noi, che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo tempo fa e di condividere con lui tanti momenti in questi anni, Tommy sarà un esempio per tutta la vita.

Don Giuseppe, come state vivendo questi giorni?
«Eh, sono giorni difficili… Abbiamo dovuto consolare giovani e adulti. Queste esperienze drammatiche generano sempre domande. E qualcuno te le pone, anche in maniera più esplicita. Ma ho visto che i ragazzi hanno capito, e sono in fase di superamento».

Come si può stare davanti a un evento del genere?
«Di solito di fronte a questi casi sposto il problema non tanto sul perché una persona è morta, ma sul perché una persona è vissuta. Di risposte sul perché è morta non ce ne sono: la vita è così. Invece, il fatto di aver vissuto, anche pochi anni, può avere un significato. Tommaso ha vissuto con attorno tante persone che gli hanno voluto bene, ha saputo intessere delle relazioni profonde. Ha concentrato in 18 anni quello che molti di noi magari vivono in 80, ed è stato felice nella sua esistenza, anche se breve. Credo che la qualità della vita sia sempre più importante della quantità».

Ci racconti un aneddoto su di lui?
«Sì, l’ho anche ricordato durante il rosario. Tommaso faceva il chierichetto a San Pio, e voleva sempre portare la Croce. Mi diceva: “Don, posso portarla?”. E io, sorridendo, rispondevo: “Ma hai già la tua da portare!”. E lui si metteva a ridere. Era così, anche autoironico. Questo aspetto sicuramente lo ha aiutato nei passaggi difficili della sua vita».

E i suoi genitori?
«Credo che siano due genitori credenti. Sono stati coerenti e coscienti di questa situazione, perché purtroppo non era un evento inaspettato. Mi viene da dire che sono tristi ma in piedi, non sono schiacciati da questo avvenimento. Sono veramente dei risorti. Come il Risorto che porta i segni della passione, ma è vivo».

Tommaso è in Paradiso?
«Ma sicuro, il suo “inferno” lo ha già vissuto qui. Adesso è in Paradiso».

La lettera degli animatori

“Caro Tommy,
ben coscienti che tu ci possa ascoltare;
la tua assenza traccia un solco nel petto di ognuno di noi, è la consapevolezza dell’evanescente privilegio della vita, è quella spontanea domanda a Dio, è l’afflizione di chi ha provato tutto ma non può tornare indietro. Ora, immobili, contempliamo l’amaro destino terreno dinanzi al baratro del sonno eterno; ma tu, caro Tommy, ci hai insegnato la fermezza e la temperanza e così, forti del coraggio di cui sei maestro, affronteremo ogni sfida. Il nostro sguardo punterà alto nel cielo, sarai l’agente di cambiamento, la nostra stella polare, il silenzio eloquente. Tu, che lasci questo mondo migliore di come ti accolse, sei la scintilla nel nostro cuore, il grido unanime, la forza del gruppo. Caro Tommy, gli angeli ameranno le tue battute di spirito, gli assoli dei Subsonica, i tuoi sorrisi, così come anche noi li abbiamo amati.
Grazie Tommy.
Grazie Dio della vita.
Con affetto, gli animatori, sempre con te” 

Marco Lovisolo – Alessandro Venticinque

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