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Sacrestie alessandrine

Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto

Negli ultimi giorni si è tenuto l’incontro “Sacrestie alessandrine. Tesori nascosti da scoprire” promosso dal Club per l’Unesco di Alessandria, nella persona del Presidente Micaela Pittaluga, e presentato dal Delegato vescovile per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della Diocesi di Alessandria, professore diacono Luciano Orsini. L’incontro ha previsto un’accurata rassegna storica sui Capitoli della Chiesa di Santa Maria del Carmine e della Chiesa di San Lorenzo in Alessandria e un approfondimento sui Paramenti Sacri, sui Canonici delle rispettive Collegiate e i Riti ad esse connessi. Il Presidente Pittaluga ha esordito sottolineando l’importanza e la costituzione delle associazioni che, nonostante operino indipendentemente dall’Unesco, seguono uno specifico Statuto comune, perché “in un mondo i cui confini si estendono progressivamente, la cooperazione fra individui e popoli si rivela ogni giorno più essenziale. I Club per l’Unesco offrono a tutti la possibilità di conoscere popoli e civiltà diverse e sentirsi parte integrante e pienamente attiva di un mondo complesso, nel quale il sempre crescente ritmo di mutamento e l’irreversibile processo di evoluzione sociale devono tuttavia tutelare le varie tradizioni culturali di cui ogni essere umano. Educazione, scienza, cultura e comunicazione sono gli obiettivi che quotidianamente e con acribia perseguiamo”.

Il professore Orsini ha dedicato particolare attenzione alla storia relativa ai Capitoli delle due chiese sopra menzionate poiché – come ha affermato citando il Codice di Diritto Canonico – “il Capitolo dei canonici, sia cattedrale sia collegiale, è il collegio di sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale o collegiale; spetta inoltre al Capitolo cattedrale adempiere i cómpiti che gli vengono affidati dal diritto o dal Vescovo diocesano”. Molte le curiosità e gli aneddoti legati alle due realtà ecclesiastiche che hanno vissuto per secoli la tradizione della presenza dei Canonici. È’ seguito un breve dettaglio sulle vicende che hanno coinvolto i due edifici, con note storiche e documentaristiche. Nel 1347-1350 avviene l’unione della chiesa urbana di San Lorenzo con quella di Santa Maria della Corte di Castellazzo Bormida, per cui i religiosi che officiavano la chiesa Castellazzese si stabilirono in Alessandria e la chiesa parrocchiale di San Lorenzo fu denominata Collegiata di Santa Maria della Corte. Nel 1765 l’antica chiesa viene riunita alla Collegiata di Santa Maria della Neve, costretta a lasciare il quartiere di Borgoglio in seguito all’edificazione della Cittadella: da questa unione ha origine la chiesa parrocchiale attuale. Il progetto si deve all’architetto Giuseppe Domenico Trolli e nel 1770 furono ultimati i lavori. La chiesa fu infine consacrata dal vescovo De Rossi il 26 luglio 1772, col titolo di “Insigne Collegiata di Santa Maria della Corte e della Neve, vulgo San Lorenzo”. L’attenzione del Vescovo continuò anche successivamente, come testimonia il dono da lui effettuato del dipinto che raffigura San Francesco in gloria (1775), ancora conservato nella cappella di San Francesco di Sales; e comunque fino agli anni della dominazione francese la chiesa si arricchì continuamente di opere d’arte piemontesi e lombarde”.

“La costruzione della chiesa di Santa Maria del Carmine invece iniziò intorno al 1320, presto sostituita nella seconda metà del secolo con un altro edificio, più grande e con l’aggiunta di un chiostro, per opera dei Padri Carmelitani, che erano presenti sul territorio già alla fine del XII secolo e che con il contributo di alcune ricche famiglie della città restaurarono la struttura. La costruzione fu ampliata a partire dal 1466, con l’aggiunta della cappella maggiore, ma i lavori continuarono fino al XVI secolo, portando alla realizzazione delle navate, delle altre cappelle e della sacrestia (1576). Nel XVIII secolo la chiesa andò incontro a un periodo di forte degrado, quando dal 1745, al tempo della guerra di Successione austriaca, essa fu ridotta a ospedale militare e subì gravi manomissioni. Sul principio del 1800 fu adibita a sede della Guardia Nazionale dal Governo Napoleonico, fino a quando nel 1865 iniziò una fase di restauri che durò fino al 1954, con l’intento di restituirle la sua originaria bellezza gotica”.

Non senza stupore i presenti hanno potuto ammirare le tarsie che adornano le suppellettili sacre che il prof. Orsini esponeva: un passo fondamentale quello riguardante “le meraviglie del creato trasformate dall’uomo al servizio del sacro e del bello”. Meraviglie quali pietre preziose che la Natura ha sapientemente generato in milioni di anni ed ere geologiche e che l’acume intelligenza dell’uomo ha saputo trasformare, grazie alla Fede e alla tecnica, in manufatti che rendono testimonianza della Gloria di Dio. Il professore ha concluso tracciando un profilo storico relativo alla evoluzione della liturgia che si è susseguito durante il trascorrere dei secoli a partire dai Canoni tridentini, promossi nella nostra zona grazie all’azione ispirata dal Santo cardinale Carlo Borromeo e fino alla riforma conseguente il Concilio ecumenico Vaticano II.

Simone Accardo
Segretario Ufficio Beni culturali

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