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La prima gara di Baskin in provincia

Sport e inclusione

Sabato 20 maggio alle ore 16 nell’impianto polisportivo “Geirino” di Ovada si terrà la prima partita di Baskin in provincia di Alessandria. A organizzare l’evento, insieme all’ente italiano sport inclusivi, è la Red Basket Ovada, società del presidente Andreas Brignoli (nella foto), ex cestista di A1 (nonché opinionista di Venticinquesimo Minuto, trasmissione sportiva realizzata da La Voce alessandrina, in collaborazione con Il Piccolo e Radio Voce Spazio).

«È un percorso che abbiamo pensato prima del Covid, volevamo conoscere e portare avanti il basket inclusivo. Come filosofia, noi della Red Basket Ovada cerchiamo in tutti i modi di essere inclusivi: non chiudiamo la porta in faccia a nessuno. Il passaggio successivo è stato guardarsi intorno, così abbiamo incrociato varie realtà, tra queste il Baskin. E abbiamo ritenuto che fosse l’esperienza giusta da fare» ci racconta Andreas Brignoli.

Ma che cos’è il Baskin? «È il modo più inclusivo, a livello di sport, per integrare le potenzialità di tutte le persone. Mettere insieme le potenzialità di ragazzi disabili e normodotati. Uno sport inclusivo e aperto a tutti: maschi, femmine, ragazzi che giocano o che non hanno mai giocato. Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le realtà ovadesi, e speriamo di allargarci a tutta la provincia di Alessandria» prosegue l’ex cestista di A1, che ha giocato, tra le tante squadre, anche a Varese, Pesaro, Udine e Trapani.

«Abbiamo seguito i campionati di Baskin: non si tratta proprio di pallacanestro, ci sono delle differenze. Per questo abbiamo compreso che il primo modo per avvicinare a questa realtà fosse far vedere una partita. Sabato, dunque, ci saranno due squadre che partecipano al campionato piemontese: sarà il momento, per tutti noi, per toccare con mano che cos’è davvero il Baskin».

Un momento importante anche per i ragazzi della Red Basket Ovada che, in questa occasione, festeggeranno la giornata biancorossa per tutti gli atleti. «In un momento in cui la società in cui viviamo ti fa vedere solo cose belle, e ai nostri occhi bisogna essere sempre forti, belli, perfetti, occorre invece rendersi conto che la nostra perfezione non è vera, perché la perfezione può essere qualcosa d’altro. L’obiettivo, allora, è mettere insieme tutte le perfezioni e vedere dove arriva questa potenzialità. Lo faccio anche per i miei ragazzi, perché si rendano conto che c’è tanto ancora da imparare. Non soltanto in campo, ma anche, e soprattutto, fuori» conclude Brignoli.

Alessandro Venticinque

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