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Vangelo, biro e giornale – Chi dice donna…

Oggi celebriamo la Festa della donna. Nel Vangelo (Mc 7,24-30) ce n’è una che mi ha sempre affascinato per la sua fede umile, tenace e perseverante. È una straniera, estranea al popolo d’Israele. Ha una figlia malata e con coraggio va da Gesù, gli si getta ai piedi e ne implora la guarigione. Gesù le risponde duramente ma lei non si arrende e insiste senza diventare insolente. È una donna che ascolta e la sua fiducia supera ogni ostacolo, la sua fede annulla ogni barriera. Ritrovo la forza, il coraggio e la costanza di questa donna siro-fenicia in tante donne di questo tempo. Sono mogli, madri e lavoratrici eppure non si risparmiano nella cura quotidiana degli affetti. Sono però anche vittime, sempre più frequenti, di
violenza. Compagne di vita percosse, umiliate e talvolta uccise, il più delle volte in ambito familiare. In questa nostra Italia che si definisce civile, non può essere concessa nessuna attenuante di contesto. C’è una maschilità non educata che provoca un’asimmetria sociale e culturale nella relazione tra uomo e donna. Vi sono ancora troppi atteggiamenti accondiscendenti nei confronti della violenza domestica. Per fortuna ci sono anche luoghi dove le donne possono trovare ascolto e riparo. L’8 marzo sia un’occasione per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui esse sono ancora fatte oggetto.

Roberto Massaro

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