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Il punto accessibile al bene e la cura del progetto di Dio

Da ragazzo, la frase di don Bosco che più mi ha colpito è questa: “In ogni giovane, anche il più infelice, c’è un punto accessibile al bene, e il primo obbligo dell’educatore è di cercare questo punto, questa corda sensibile del cuore, e tirare buon profitto”.
Questa frase mi ha accompagnato anche nella mia esperienza di animatore e poi di educatore in oratorio, ma non solo, anche oggi e in tutti gli ambiti della vita, nei confronti dei giovani ma anche degli adulti. È proprio questo il compito dell’educatore, andare a scovare quel punto accessibile al bene e coltivarlo come un piccolo germoglio, curandolo con la propria presenza, bagnandolo con l’amicizia ed eliminando i germogli che non portano frutto con la correzione fraterna.
Un compito difficile, ma iniziato da lontano, fin dal pensiero di Dio per la nostra vita e realizzato grazie a un padre e a una madre che hanno generato la vita.
Un seme di speranza, piantato da Dio nel nostro cuore perché ci sia possibile sentire quella spinta verso la realizzazione della nostra vocazione, verso di Lui, sempre.
Non esistono persone così infelici da non poter essere rallegrate, persone così perdute da non poter essere salvate. Questo vale per i giovani che in queste settimane stanno vivendo le attività estive delle parrocchie, ma anche per ciascuno di noi.

 

Enzo Governale

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