Partenza alla grande per i Martedì di Quaresima con il professor Luciano Valle, noto filosofo ecologista. Il primo incontro del ciclo «Francesco ci scrive» ha permesso al foltissimo pubblico di entrare nella logica della «Laudato si’», l’enciclica sull’ambiente. A quasi tre anni dalla sua pubblicazione, il forte invito del Papa a cambiare di mentalità sul rapporto tra noi e la creazione non è stato raccolto come avrebbe meritato. Molti apprezzamenti, certo, tra cristiani e non. Ma poca volontà di cogliere il senso profondo dell’enciclica, appunto la proposta di un cambiamento di paradigma: da un modello di umanità padrona, «proprietaria» della natura e dell’ambiente, a un modello di umanità custode, contemplativa. Da un antropocentrismo deviato a un equilibrio relazionale. Spiazzante com’è sua abitudine, Valle solca con rapide pennellate contesti culturali e tendenze politiche, leggendo nell’approccio di Francesco una proposta di ecologia empirica che ha alla base la consapevolezza della necessità di un tale rovesciamento di prospettiva. Il pubblico mostra di capire, e si sintonizza con il relatore: gli applausi, si intuisce che non sono di routine. Un noto imprenditore gli pone una domanda che viene dal profondo: come restare ottimisti di fronte al baratro annunciato, come coltivare speranza per i nostri figli e nipoti? I giovani sono avanti a noi, risponde il filosofo, ne faccio esperienza quotidiana. Li possiamo e dobbiamo aiutare, cominciando a cambiare prima la testa e poi i comportamenti. Perché questo sonno della coscienza ecologica, chiede un giovane e apprezzato primario ospedaliero. E qui Luciano Valle gioca in casa, ricostruendo in poche battute la storia dei rapporti tra natura e cultura dal ‘600 a oggi, dimostrando che un altro sguardo era possibile, che si è scelto una strada diversa, ma che siamo ancora in tempo. Il moderatore incalza il relatore: quanto rappresentato appartiene alla storia culturale dell’Occidente, l’Oriente, specialmente cinese, ha un diverso modo di rapportare l’uomo alla natura. Com’è possibile allora che oggi la coscienza ecologica faccia difetto anche lì? Pronta la risposta: nel passaggio dal taoismo al confucianesimo, oggi prevalente, l’atteggiamento di rispetto contemplativo si è molto attenuato. Un «nonno» sottolinea che il problema di fondo è la perdita del senso di dipendenza da Dio. Senz’altro, è la risposta, e infatti parliamo sempre di creazione e di natura creata. Su questa base dobbiamo saper costruire ponti, con chi è in ricerca, con chi è nel dubbio. Verso la fi ne della serata, il colpo di scena. Il moderatore chiede di intervenire al prefetto Romilda Tafuri, la quale annuncia la prossima nomina a cavaliere della Repubblica del professor Valle. Questa volta a essere spiazzato è proprio lui. L’arrivederci di don Vittorio, a nome del Vescovo, della diocesi tutta e degli altri promotori (Centro di cultura dell’Università Cattolica e Movimento ecclesiale di impegno culturale-Meic), è per martedì 27 febbraio, quando il professor don Maurilio Guasco ci aiuterà a capire il testo più impegnativo e globale che Francesco sinora ci ha scritto: l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, cioè la proposta di cogliere l’attualità della «buona notizia» del Vangelo, il senso gioioso e corale del kerygma.
Renato Balduzzi