Uno sguardo al futuro partendo dall’immenso patrimonio ecclesiastico regionale. È l’impegno sottoscritto dalla Conferenza episcopale piemontese con la Regione Piemonte attraverso un accordo triennale che prevede lo sviluppo e la valorizzazione del sistema archivistico, museale e bibliotecario ecclesiastico regionale. I due enti lavoreranno insieme con l’obiettivo di salvaguardare, valorizzare e aumentare la fruizione di questi beni da parte di tutti: cittadini, studiosi e visitatori.
L’accordo prevede anche un sostegno economico per gli interventi di oltre un milione di euro, di cui 720 a carica della Regione. Tra i due enti da molti anni, quasi una ventina, esiste una collaborazione in questo ambito, ma con questo patto, prima esperienza in Italia, viene messo a sistema. «Questo accordo è molto significativo – ha rimarcato Derio Olivero, vescovo delegato Cep per i beni culturali – in un tempo in cui si rincorrono solo le urgenze, con un grande rischio di miopia, e si fatica a guardare al medio e lungo termine impegnarsi con un piano triennale sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio è uno sforzo significativo verso il futuro».
Significativa è pura la collaborazione pubblico/ privato frutto della nuova legge quadro regionale sulla cultura che incentiva convenzioni e attività pluriennali come ha ricordato il consigliere regionale Daniele Valle. Il patrimonio culturale ecclesiastico piemontese, prezioso, ma ancora poco conosciuto, può essere fonte di inclusione.
«L’arte – ha spiegato monsignor Olivero – è fondamentale per promuovere una buona inclusione anche attraverso le varie forme di narrazione». Il lavorare insieme Regione e Diocesi piemontesi per una migliore valorizzazione anticipa ciò che avverrà a livello nazionale, la sottolineatura è di Paola Casagrande, direttore dell’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. In concreto tra le prime linee di intervento c’è l’implementazione del progetto di aperture automatizzate con la App «Chiese a porte aperte», realizzato da alcuni anni con la Fondazione Crt all’interno del sistema «Città e cattedrali».
Al momento già due cappelle (San Sebastiano di Giaveno e San Bernardo d’Aosta a Piozzo) sono fruibili con la App, ma entro la primavera del 2019 saranno 14 le realtà sparse per tutto il Piemonte visitabili seguendo percorsi legati al gotico e al romanico. «Una valorizzazione che guarda anche oltre confine – ha anticipato il vescovo Olivero – a tutta l’Europa».
L’accordo prevede per i beni librari, di terminare il censimento e la messa in sicurezza dei fondi di interesse storico-culturale delle parrocchie e si continuerà quello delle legature storiche e di pregio; in ambito archivistico, l’impegno sarà di proseguire con la descrizione e il riordino dei fondi documentari, di valorizzare le raccolte storiche delle visite pastorali, di portare avanti la digitalizzazione dei giornali diocesani (presenti nel portale www.giornalidelpiemonte. it) di far dialogare il portale culturale della Conferenza Episcopale Italiana (BeWeb) e il sistema regionale Mèmora. Infine per i musei i due enti lavoreranno insieme per l’applicazione degli standard museali in previsione dell’attivazione del Sistema Museale Nazionale (prevista dal decreto ministeriale 113/2018). Sono inoltre previsti interventi di recupero, restauro e allestimento del patrimonio culturale appartenente ad enti ed istituzioni ecclesiastiche che verranno definiti nell’ambito della Commissione paritetica regionale, istituita per la salvaguardia e la valorizzazione dei Beni Culturali di interesse religioso e prevista da un precedente accordo tra Regione Piemonte e Conferenza Episcopale Piemontese siglato nel 2012.
Chiara Genisio