VITA DELLA DIOCESI
Ci ritroviamo tutti all’Assemblea diocesana
Sabato 8 giugno, dalle 15.30, la Diocesi di Alessandria si ritrova in Cattedrale per fare il punto sulla propria vita comunitaria, a un anno di distanza dall’ultima Assemblea diocesana. Abbiamo chiesto al nostro Vescovo, monsignor Guido Gallese, di spiegarci il senso di questo incontro.
Eccellenza, che cosa chiede al Signore per l’Assemblea di sabato?
«Chiedo che ci si incontri tutti insieme per invocare lo Spirito Santo per la Pentecoste. Invocare lo Spirito prima era quasi un corollario… adesso invece lo percepisco come un punto centrale, primario. Poi vorrei che percepissimo la bellezza di vederci insieme provando a condividere la narrazione di alcune delle attività che animano le nostre comunità, parrocchiali o elettive».
Con quale obiettivo?
«L’obiettivo è duplice, e infatti l’Assemblea avrà due profili: quello della condivisione e quello della visione. Per condivisione, intendo la comunicazione di quel che si è fatto; la visione, invece, è mettere a tema ciò che si “vede” come prossima sfida pastorale nella propria comunità».
Ci sono delle novità nel metodo, quest’anno.
«Lo strumento è come sempre quello del tavolo da dieci persone. Ma stavolta, sulla scorta dell’esperienza dei tre anni precedenti, utilizzeremo uno strumento di facilitazione che ci aiuterà a essere più fedeli al vissuto delle comunità, così come viene percepito dai membri, per rimanere più ancorati al tema e utilizzare un linguaggio comune. Questo strumento è costituito da 64 cartoncini ispirati alle carte da gioco, con cinque semi che corrispondono ai cinque ambiti della vita cristiana, come espressi al Convegno ecclesiale di Verona del 2006. Su queste carte sono rappresentate 45 sfide pastorali, nove per ambito, insieme con gli strumenti (sono 19) che la Chiesa mette a disposizione delle comunità per affrontare le sfide. Useremo uno strumento comune, che tutti conosciamo, per raccontare realizzazioni pastorali differenti, stando in “binari” validi per tutti».
Quali sono state le difficoltà negli anni scorsi, da questo punto di vista?
«Principalmente due. La prima era la tendenza a “divagare” sul tema, e questo richiedeva che alla fine fosse il facilitatore a scegliere gli aspetti importanti; e poi c’era il problema di aver a che fare con linguaggi differenti per narrare la vita della propria comunità. Ora invece con le carte parleremo la stessa lingua, e questo permetterà a chi sta raccontando di decidere quale vocabolo è più adatto a descrivere la sua esperienza».
Vuol dire qualcosa a chi parteciperà all’Assemblea?
«A chi ci sarà, dico di godersi questo bel momento di condivisione e di sguardo sul domani. E a chi non parteciperà suggerisco di considerare l’ipotesi di farlo, anche presentandosi direttamente il giorno stesso in Cattedrale. Credo ne valga la pena!».
Andrea Antonuccio