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Impossible is nothing (o quasi)

La testa e la pancia di Silvio Bolloli

Pochi giorni fa, commentando le ultime due giornate della regular season del Campionato dell’Alessandria negli studi di Radio Voce Spazio, giunsi alla logica conclusione che i Grigi avrebbero dovuto far corsa sulla Torres potendo ancor conseguire la matematica salvezza nel caso in cui avessero inanellato due vittorie di fila e la squadra isolana non fosse andata al di là di un sol punto nelle stesse partite.
Combinazione più unica che rara, certo, e non solo perché l’Alessandria era attesa a due impegni di non poco conto (il primo, in trasferta a Montevarchi, abbordabile ma l’ultimo, casalingo col Cesena, decisamente ostico), anche perché Torres avrebbe obiettivamente potuto portare a casa qualcosa in più.
La conclusione fu che ci si sarebbe dovuti preparare per i play out la qual cosa, del resto, l’intera piazza calciofila alessandrina è già nell’ordine di idee di accettare: epperò il primo round è stato in linea con le più rosee previsioni perché l’Alessandria, con un’insperata rimonta negli ultimissimi minuti, è uscita dal “Brilli Peri” a punteggio pieno mentre la Torres non è andata oltre il pareggio.
Siamo d’accordo, pensare che battere il Cesena domenica sia una passeggiata e ipotizzare che i sardi possano buscarle, oltretutto in casa, e da una Fermana senza più stimoli, è più che una speranza, quasi un’illusione, ma il calcio insegna che nulla di impossibile c’è.
E così la memoria è ritornata alle ultime due giornate del Campionato di Serie A del 1985-86 quando una Roma che sembrava già decorata del titolo perse clamorosamente in casa contro un Lecce già retrocesso di fatto consegnando lo Scudetto alla Juventus. E sperare, come sognare, è gratis….

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