In famiglia c’è posto per tutti
Testimonianze dal Giubileo delle famiglie del 1 giugno 2025
Permetteteci di iniziare questo incontro, questa nostra testimonianza, riportando due piccoli episodi che ci sono accaduti di recente.
In occasione del cinquantatreesimo anniversario del nostro matrimonio la nostra nipotina di tredici anni ha unito al regalo un affettuoso biglietto che diceva:
“Buon anniversario, nonni! Senza il vostro matrimonio non ci sarebbe nessuno di noi…”
Ed ecco la seconda citazione: noi due, nostra figlia e nostro genero facciamo parte del movimento delle Equipes Notre-Dame che come sapete è diffuso in tutta Italia (e nel mondo). L’estate scorsa io (Eugenio) ho avuto occasione di conoscere bene un co-équipier di Brescia. Questa persona, incontrando poi nostra figlia alla Sessione nazionale di quest’anno e vedendo per la prima volta nostro nipote, che adesso ha quindici anni, le ha detto:
“Ho capito subito che vostro figlio è il nipote di Eugenio, perché ho visto in lui lo stesso comportamento, lo stesso stile.”
Capite benissimo che parole come queste toccano e scaldano il cuore: ogni volta confermano che nonnità (o nonnitudine, neologismi entrati da non molto nei dizionari) non è una parola vuota, una illusoria compensazione al tempo che fugge.
Secondo alcuni psicologi che hanno studiato il periodo della vita ed il particolare stato di cui stiamo parlando, la nascita dei nipoti porta i nonni a fare i conti con il tempo, tanto o poco, che rimane da vivere. Diciamo tanto o poco perché proprio in questi giorni abbiamo avuto notizia di una coppia di Rimini che ha visto nascere il nipote alla verdissima età di trentacinque anni! Beati loro, viene da dire subito, ma forse non troppo. Quella “dolce introduzione al tema dell’invecchiamento e del distacco definitivo”, come la definiscono Cigoli e Scabini, docenti all’Università Cattolica, non si può forse intravedere a 35 anni, quando si è ancora in bilico tra giovinezza e piena maturità…
Si tratta, comunque, di una “nuova forma di generatività (si dice, anche tradizionalmente, che i nonni sono genitori due volte), ma liberata dagli aspetti più pressanti di impegno e responsabilità, con il recupero della dimensione ludica e creativa. Con una importante aggiunta: il sostegno alla coppia nell’acquisizione delle competenze genitoriali, sia nel riconoscimento simbolico che nel sostegno concreto”, come bene sottolineano i già citati autori.
Per esemplificare: il cambio del pannolino o la somministrazione delle pappe, la veglia sul sonno del nipote o il trasporto quando serve, l’aiuto scolastico quando richiesto. Il tutto cercando di mantenere il giusto equilibrio, la giusta distanza, tra il rischio del disinteresse e quello dell’invadenza.
Vogliamo comunque dirvi che l’entrata nella nonnitudine ci ha davvero cambiato la vita. Quando ci siamo ritrovati entrambi pensionati, con i figli ormai sistemati e usciti di casa, come si dice, con uno stato di salute tutto sommato discreto, pensavamo di avere dirittto a dedicarci alle attività preferite: leggere a volontà, viaggiare, coltivare nuove amicizie, per me (Eugenio) tornare alla pratica degli scacchi dopo tanti anni di inattività… E invece… Tutto questo non ci è stato impedito dall’arrivo dei nipoti, certamente. Ma ci saremmo sentiti in certo qual modo colpevoli se non ci fossimo messi subito a disposizione non solo per dare una mano ed aiutare fattivamente i genitori, entrambi impegnati dal loro lavoro, ma anche e soprattutto per seguire nella crescita i due nuovi arrivati.
Abbiamo così provato di nuovo l’emozione delle prime parole, dei primi passi barcollanti, dei pianti incontrollabili, dei primi compleanni, dei primi giorni di scuola che hanno via via accompagnato il cammino dei nipoti; ognuno a suo modo, certamente.
Non vorremmo tuttavia trasmettere un ritrattino troppo roseo della nostra nonnità. Se “i figli crescono, le mamme imbiancano”, come dicono i versi di una vecchia canzone, i nipoti crescono ed i nonni imbiancano ancora più rapidamente, né possono fermare più di tanto i loro acciacchi.
I nipoti non sono solo fonte di grandi soddisfazioni ma possono anche dare rispostacce, manifestare disubbidienza, pigrizia, a volte (pare perfino) indifferenza. Crediamo però fermamente che, allo stesso modo dei figli, i nipoti non sono esseri di nostra proprietà che possiamo plasmare a nostra immagine, ma persone in formazione che dobbiamo aiutare, rispettare e soprattutto amare.
Conosciamo coppie che per varie e rispettabilissime ragioni non hanno avuto figli o nipoti. Bene, anche se è indubbio che essi abbiano più tempo e più disponibilità economiche per i loro interessi o passatempi, mai e poi mai faremmo a cambio con loro.
Abbiamo pensato di condensare in due frasi la nostra esperienza di nonni.
Pensando all’incontro di Gesù con Zaccheo (Lc 19, 9) possiamo anche noi affermare che:
“Oggi per questa casa è venuta la salvezza”.
Infine, alla luce di quanto è scritto nel Vangelo di Matteo (Mt 18, 3) diremo così:
“I nipoti ci aiutano a ritornare bambini, e quindi ad entrare nel Regno, ma ci aiutano anche a non rimbambirci.”
Grazie per l’attenzione da Magda ed Eugenio.