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Beata Armida Barelli

La Sorella maggiore dell’Azione Cattolica

Armida Barelli, fondatrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e iniziatrice dell’Università del Sacro Cuore, è una delle figure femminili più importanti del laicato cattolico in Italia. Consacrò la sua vita al Vangelo e insegnò alle giovani a concepire e vivere la Chiesa come “casa propria”. È simbolo di forza e umiltà: operò costantemente con il suo forte spirito francescano, senza mai fermarsi nonostante la sua malattia le avesse portato via ogni forza. A seguito del riconoscimento del miracolo, sabato 30 aprile 2022, presso il Duomo di Milano, Armida Barelli, insieme a don Mario Ciceri, è stata proclamata Beata da Papa Francesco. Ancora oggi, la sua figura può essere per tutti noi una fonte di ispirazione per illuminare il nostro cammino.

La vita

Armida Barelli nasce a Milano nel 1882. Trascorre i primi anni della sua vita insieme ai genitori Napoleone Barelli e Savina Canviani e ai suoi cinque fratelli e sorelle. All’età di 12 anni inizia a frequentare il collegio di Menzingen, in Svizzera, dove incontra per la prima volta Dio. Nel 1910 conosce padre Agostino Gemelli, con il quale collaborerà per tutta la sua vita per la realizzazione dei suoi progetti.

La sua fede diventa sempre più forte, e Armida comprende così che è possibile dedicarsi a Dio senza bisogno di entrare in convento. Perciò, nel 1913, si consacra a Dio nella chiesa del Sacro Cuore.
Alcuni anni dopo istituisce la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, movimento femminile cattolico, che, partendo da Milano si estende, nel 1918, in tutta Italia per volere del Papa Benedetto XV. La GF inizia poi ad operare anche in Oriente, in particolare per la fondazione l’Istituto Benedetto XV in Cina, attualmente operante.

Nel 1921, Armida Barelli contribuisce all’istituzione dell’Università del Sacro Cuore. Dedica la sua esistenza alla lotta contro l’astensionismo, promuovendo il ruolo delle donne e l’importanza dei valori cattolici nella società. Trent’anni dopo si manifestano i primi sintomi della sua malattia, la paralisi bulbare, che la porterà alla morte il 15 agosto 1952 a Marzio (Varese). È oggi sepolta nella cappella dell’Università Cattolica a Milano. Armida Barelli è stata dichiarata Venerabile il 1° giugno 2007 e successivamente Beata il 30 aprile di quest’anno nel corso di una Celebrazione eucaristica nel Duomo di Milano.

Le parole del Papa

«Armida Barelli è stata fondatrice e animatrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Girò tutta l’Italia per chiamare le ragazze e le giovani all’impegno ecclesiale e civile. Collaborò con Padre Gemelli per dare vita a un Istituto secolare femminile e all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che proprio oggi celebra la Giornata annuale e in suo onore l’ha intitolata “Con cuore di donna”».

Papa Francesco
al termine del Regina Coeli del 1° maggio 2022

Le frasi di Armida

«Vivete nel mondo senza nulla concedere al mondo. Lavorate senza posa, ma soprattutto amate, amate, amate».

«O Gesù, quello che ho, quello che sono, eccolo. La mia attività tutta intera prendila nella tua e fai con essa l’opera della tua gloria».

«Che cosa chiedo a voi, ora che la guerra delle armi è finita, ma non c’è ancora la pace degli animi? 1. Intensificare la vita interiore; 2. partecipare alla vita sociale. Sapete che è stato concesso il voto alle donne. È un esercizio di attività politica nuova per noi: dobbiamo prepararci, dobbiamo capire quali sono i principi sociali della Chiesa per esercitare i nostri doveri di cittadine».

«Mi canta nel cuore l’amore di Dio».

«Presidente della Gioventù Femminile è la Madonna che ci protegge. Io sono la sorella maggiore, la sorella di tutte, uguale a tutte, solo più carica di esperienza».

«Avanti insieme per Gesù. Tutte insieme, professoresse e analfabete, aristocratiche e contadine, studenti e operaie, maestre e impiegate, casalinghe e artigiane, siamo tutte una sola, bella, grande famiglia cristiana».

«Ora non posso più parlare, ma più posso pensare, amare, pregare, scrivere e offrire la mia croce […]. Certo non posso lavorare. Ma in cambio prego ore ed ore e offro per tutte le intenzioni che mi stanno a cuore».

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