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Quarant’anni vissuti bene: don Gino racconta il suo sacerdozio

Don Gino, ricorda il giorno della sua ordinazione?
«Sì, me lo ricordo bene. Era il 10 settembre 1977, in Duomo a Milano».
La prima Messa dove l’ha celebrata?
«Nel mio paese natale, a Missaglia, in Brianza, pochi giorni dopo.
Dove ha studiato?
«Ho studiato nel seminario della diocesi di Milano, a Venegono, ma ho frequentato l’ultimo anno a Tortona».
Com’è stato il suo percorso formativo?
«Per niente semplice. Ho vissuto l’autunno del 1968, c’era una grandissima agitazione tra i giovani allora. Ognuno cercava la propria identità senza sapere dove andare. Sono stati anni molto tormentati»

I primi incarichi ricevuti?
«Non ho ricevuto incarichi nel periodo immediatamente successivo all’ordinazione».
E dopo?
«Sono stato sia priore sia vice parroco in diverse parrocchie. Sono rimasto alcuni anni a Tortona e dal 1987 sono a Santa Maria
della Sanità, nel quartiere Orti. In più, dal 1998 al 2004 sono stato direttore del Servizio Caritas.
Questi 40 anni di Ministero li «sente»?
«Sono stati anni ricchi di esperienze, estremamente formativi. Ci sono stati anche momenti drammatici, come l’alluvione del 1994. La zona della mia parrocchia è stata tra le più colpite, ma siamo sempre riusciti a rialzarci. Quindi sì, li «sento», ma in senso positivo.

Che cosa l’ha spinta a entrare in seminario?
«Era il periodo della contestazione giovanile e tutti cercavano di trovare il proprio io autentico. Io mi sono reso conto che solo questa sarebbe stata la strada giusta per me».
Sono subentrati altri moventi?
«Il seminario mi ha reso sempre più convinto della mia scelta. Poi avevo bisogno di confronto e lì ho trovato veramente persone con le quali era possibile farlo».
La sua famiglia? 

«La mia decisione non è stata presa bene, soprattutto dai fratelli. Sono cose che capitano…».
Che consiglio dà a chi vuole intraprendere la sua stessa strada?
«Essere consapevoli che non sarà subito tutto semplice. Bisogna essere convinti profondamente prima di fare questa scelta.
Poi, di parlarne con un sacerdote che può dare consigli sia spirituali sia pratici per entrare in seminario».
Come riassumerebbe in breve il suo percorso?
«È molto complicato, perché è stato un percorso travagliato. Comunque direi che tutto è partito dalla volontà di scoprire che cosa volessi davvero dalla vita. Ovviamente è stato indispensabile confrontarmi sia con gli altri giovani sia con alcuni sacerdoti. Alla fine ho scoperto questa vocazione e sono entrato in seminario. Ma la mia formazione continua ancora adesso».
 

Ilaria Remotti 

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