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Storia della chiesa – I Sacramenti agli adulti

Domenica 7 gennaio scorso, in cattedrale, un bel numero di adulti della nostra diocesi ha ricevuto dal vescovo Guido il sacramento della Confermazione, significativo momento di discesa dello Spirito Santo su di loro e sulla nostra Chiesa. Guardando alla storia ci rendiamo conto di come nei primi secoli del cristianesimo fossero proprio gli adulti i primi destinatari del Battesimo e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Erano infatti di norma adulti quelli che si convertivano dai culti pagani alla fede di Cristo. L’ingresso nella vita della Chiesa avveniva proprio con il Battesimo e con l’andare del tempo e l’aumento progressivo delle conversioni (e quindi dei candidati ai sacramenti) le diverse comunità furono portate ad agire con prudenza e discernimento, facendo precedere i sacramenti da un rigoroso periodo di preparazione, il catecumenato. Si trattava di un itinerario di progressiva conoscenza della fede ma anche di concreta “trasformazione” di vita, nell’ambito della comunità e con la parteci
pazione attiva di tutti i suoi membri. Oltre a diversi racconti di conversione e di Battesimo contenuti negli Atti degli Apostoli, verso la fine del I secolo abbiamo la famosa testimonianza della Didaché, scritto che mostra come il Battesimo fosse sempre congiunto a una convinta conversione di vita, con una adeguata catechesi ed una partecipazione attiva della comunità Risultano dunque presenti fin dai primi tempi le componenti fondamentali della “struttura” catecumenale: l’istruzione nei contenuti della fede, il concreto impegno alla conversione, la partecipazione dell’intera comunità nell’accompagnamento dei candidati. Insieme a questo, la preghiera e il digiuno quali richiami al cambiamento di vita. Nel III secolo abbiamo l’importante testimonianza, nella chiesa di Roma, della cosiddetta Tradizione apostolica. Qui l’itinerario
catecumenale viene ancora più accuratamente precisato e molto forte risulta la selezione dei candidati, soprattutto nei confronti di mentalità e pratiche pagane. In questo senso vi erano norme particolarmente severe a riguardo di mestieri che risultavano necessariamente connessi, nella società del tempo, alla religiosità pagana (ad esempio, i maestri di scuola, gli attori di teatro, i pittori e gli scultori) e quindi proibiti ai nuovi cristiani. Possiamo cogliere, da questi testi, un atteggiamento di fondo della Chiesa dei primi secoli, che appare del tutto lontana da un atteggiamento di proselitismo, solo teso ad accrescere a qualunque costo il numero dei fedeli. Si tendeva, invece, a selezionare attentamente i nuovi cristiani, arrivando a respingere quelli che non apparivano sufficientemente disposti a far corrispondere la loro di vita con la novità del Vangelo.
La stessa Tradizione apostolica, fa anche riferimento alla presenza di bambini nella celebrazione dei sacramenti. Se, infatti, all’inizio Battesimo, Confermazione ed Eucarestia erano normalmente conferiti ad adulti, appunto in seguito alla loro conversione, essi potevano essere estesi anche a tutta la famiglia del convertito, compresi i figli e persino gli schiavi. Nel catecumenato, ripristinato in tutta la Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, si segue un periodo di istruzione (a volte fino a tre anni), sotto la guida di un maestro, di solito laico; momenti fondamentali erano e sono ancora oggi l’istruzione sulla Scrittura, la consegna del Simbolo della fede e quella del Padre Nostro. Nell’ultima Quaresima prima dei sacramenti il catecumeno è nuovamente esaminato ed eletto, mentre si intensifica il ruolo del vescovo come guida e responsabile ultimo dei catecumeni. È infatti lui, di solito, a conferire i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella solenne Veglia pasquale.

Stefano Tessaglia

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