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Le parole del vescovo, monsignor Guido Gallese – A Lei chiediamo di camminare come Chiesa

Saluto ai fedeli di monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria, al termine della processione della Salve.

Carissimi, anche noi siamo stati insieme a Maria, la madre di Gesù, per le vie della nostra città. Grazie per la vostra partecipazione numerosa e raccolta, ve ne ringrazio immensamente. È una testimonianza anche per noi uomini della Chiesa, che siamo chiamati a un Ministero a servizio del popolo. È una testimonianza che ci fa capire quanto è importante per ciascuno di noi l’intercessione della Vergine Maria, e quanto è importante la Chiesa di cui Lei è immagine e modello. La Chiesa, non nel suo essere un’istituzione umana, questo non ci importa tanto… ma la Chiesa nel suo essere lo strumento che il Signore ci ha donato per veicolarci tanti doni della Grazia. E devo dire che ho visto proprio in Maria un aiuto grande e uno strumento per introdurci a questo Mistero della Chiesa. Abbiamo avuto recentemente la grazia di avere tra noi le reliquie di Santa Bernadette, la veggente che ha visto a Lourdes la Madonna. E questa occasione è stato un momento veramente bello di preghiera per sperimentare la bellezza della liturgia celebrata insieme. Devo dirvi che quella Messa che abbiamo celebrato in modo quasi improvviso, quando le reliquie sono arrivate in anticipo inaspettatamente nel Santuario della Madonna di Lourdes, qui dalle suore Immacolatine, è stata una delle Messe più partecipate che ho vissuto nel mio Ministero episcopale: per il raccoglimento, il silenzio, l’attenzione la partecipazione al canto. E non l’abbiamo preparata più di tanto; ma i cuori erano pronti. È stata una grazia anche la processione con le reliquie di Santa Bernadette, a cui non ho potuto partecipare.

Questo Ottavario è stato pure una grande grazia, con la veglia di preghiera per le vocazioni di ieri sera che mi ha toccato, e nella quale abbiamo chiesto il dono della vocazione. Mi pare che stia crescendo in noi questo desiderio, ne abbiamo bisogno. Ringrazio i sacerdoti per il loro servizio generoso e, mi sembra, sempre più profondo. Noi che abbiamo questo Ministero siamo esseri umani come voi, come ha detto spesso San Paolo. Ma abbiamo un dono straordinario, nonostante i nostri difetti, e dobbiamo chiedere che ci siano sempre più persone disponibili a questo servizio per la nostra comunità, perché ne abbiamo bisogno. Quest’oggi la processione è stata proprio bella e partecipata: grazie di questa vostra presenza, grazie per la vostra preghiera e il vostro raccoglimento. È un altro segno di Chiesa. E vogliamo che questo nostro essere Chiesa si prolunghi nella vita quotidiana, con un tratto che ci distingua per l’amore, per la capacità e per l’attenzione agli altri. Voglio salutare con affetto tutti i malati che sono qui presenti, e ringraziare coloro che se ne prendono cura. Dobbiamo essere gli uni per gli altri, il Signore ci ha fatto apposta. Tutti possiamo godere la vita in modo bello, se ci aiutiamo. In questa giornata non posso esimermi dal condividere con voi un regalo che ho ottenuto nel giorno della Festa della mamma: finita la celebrazione di questa mattina ho appreso che il Santo Padre ha permesso i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje. Fermo restando che la Chiesa non si pronuncia sulla soprannaturalità o meno dei fatti, essa però riconosce il percorso spirituale fatto da tante persone che hanno frequentato e frequentano questo luogo, e se ne vuole prendere cura. Lo dico con emozione e con gioia, perché io sono uno di quelli che in quel luogo ha scoperto la Chiesa.

La prima volta che sono stato là avevo 20 anni, ero giovane: ho scoperto delle persone semplici, un paese di contadini che coltivavano il tabacco e le viti, con il fisico forte e grosso… davano l’idea di essere rudi, eppure avevano una delicatezza, una profondità e una partecipazione alla liturgia che mi aveva colpito in un modo fortissimo e indelebile. Vedere come queste persone rispondevano alla Messa e cantavano mi aveva colpito, per il loro modo d’essere Chiesa. Apprendo con gioia questa notizia, perché come pastore sono contento di poter condividere questa mia esperienza con i miei fedeli. E spero di poter presto organizzare un pellegrinaggio della nostra diocesi in quel luogo che per me ha significato tanti passi nella mia vita interiore, soprattutto vocazionale. Vogliamo chiedere alla Madonna la grazia di camminare come Chiesa, di essere un solo corpo. Vogliamo chiedere a Maria che questo nostro percorso sempre più maturi, perché ne vedo i presupposti, gli sguardi, i volti, le mani e le persone. Grazie per esserci: amiamo sempre di più come il Signore vuole e come la Madonna vuole. Sia lodato Gesù Cristo.

Domenica 12 maggio, ultimo giorno dell’Ottavario della B. V. della Salve Cattedrale di Alessandria

Papa Francesco su Medjugorje

Papa Francesco su Medjugorje

Papa Francesco ha deciso di autorizzare i pellegrinaggi a Medjugorje, che dunque potranno d’ora in poi essere ufficialmente organizzati dalle diocesi e dalle parrocchie e non avverranno più soltanto in forma “privata come accaduto finora. Lo hanno reso noto il nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina Luigi Pezzuto e l’arcivescovo Henryk Hoser, visitatore apostolico a carattere speciale della Santa Sede. Il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti ha precisato che l’autorizzazione papale va accompagnata alla «cura di evitare che questi pellegrinaggi siano interpretati come una autenticazione dei noti avvenimenti, che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa. Va evitato dunque che tali pellegrinaggi creino confusione o ambiguità sotto l’aspetto dottrinale. Ciò riguarda anche i pastori di ogni ordine e grado che intendono recarsi a Medjugorje e lì celebrare o concelebrare anche in modo solenne».

Massimiliano Menichetti – Vatican News

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