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Provare a entrare in rapporto

L’EDITORIALE DI ANDREA ANTONUCCIO

Provare a entrare in rapporto

Care lettrici, cari lettori, non ho partecipato al “Pride” di sabato scorso. Come molti di voi, ho letto i giornali e ho guardato su Internet alcuni video della manifestazione. Ho trovato volgarità gratuite, penosi giochi di parole, bambini spauriti su carri allegorici di una bruttezza impressionante. Slogan come “W la famiglia tradizioAnale” (ammazza che ridere…), o insulti del tipo “Ma chi se lo inc*** Emanuele Locci” esprimono solo rancore e miseria umana. Ma, soprattutto, umiliano chi partecipa all’evento in buona fede, per un desiderio di giustizia, di amore e di bellezza che non può essere svilito dalla stupidità di pochi. Noi di Voce abbiamo intervistato alcuni partecipanti al “Pride”. È venuto fuori un quadro sorprendente, più umano e meno banale di quello che quasi tutte le testate cittadine hanno raccontato (l’unico che si è smarcato dalla melassa di “Alessandria a colori” è stato Piero Bottino de La Stampa).

 

Come leggerete a pagina 4, una ragazza che ha partecipato al “Pride” (Manuela, 21 anni, bisessuale) ci ha detto: «Chiediamo ai cattolici di fare uno sforzo per capirci un po’ di più. Anche solo passare del tempo per conoscerci personalmente e avere una percezione della singola persona, non della massa. Perché ognuno ha la propria storia». Non so che cosa ne pensiate, ma una richiesta di questo genere mi sembra un possibile nuovo inizio. Ecco, forse potremmo cominciare da quel «passare del tempo insieme»: perché è un’amicizia la chiave che ci può far entrare in rapporto con chiunque. Anche con chi inizialmente non rientra nei nostri gusti e ci sembra “diverso”.

 

Andrea Antonuccio

direttore@lavocealessandrina.it

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