Centro italiano femminile
È stato un 8 marzo insolito, fortemente condizionato dalla emergenza determinata dalla diffusione del coronavirus. Sottotono tutte le manifestazioni festose e sopite anche le polemiche che in anni recenti hanno accompagnato la ricorrenza e hanno soprattutto avuto come oggetto le operazioni di commercializzazione che ne hanno insidiato il significato originario.
La Festa della Donna di quest’anno ci ha consegnato l’immagine, che è giusto sottolineare, del formidabile operato delle donne nell’attuale emergenza sanitaria, contestualmente a quello del personale maschile.
Anche le donne stanno svolgendo le loro mansioni con un’abnegazione che spesso supera i limiti della resistenza fisica. A tutte loro è indirizzato in modo unanime il riconoscente ringraziamento di tutti noi. Come non ricordare poi il prezioso impegno anche nel settore della ricerca scientifica, come il noto caso delle ricercatrici dello “Spallanzani” di Roma ha reso a tutti evidente.
Leggi anche A tu per tu – Il profumo dei mandarini
Aggiungiamo l’augurio che una volta conclusa questa fase emergenziale la riconoscenza dell’Italia non si esaurisca nell’attribuzione di qualche onorificenza, ma apra la strada ad un ripensamento delle politiche di amministrazione sanitaria restrittive che hanno determinato negli ultimi lustri la chiusura o il parziale depotenziamento di un non trascurabile numero di presidi territoriali.
Al termine di questa crisi, che oggi ci deve vedere tutti uniti in uno sforzo collettivo, sarà forse opportuno riconsiderare e valorizzare le opinioni di coloro che ipotizzavano anni fa che un’eccessiva austerità prevalentemente improntata a calcoli esclusivamente di natura economica avrebbe sottratto troppe risorse e indebolito tutto il sistema sanitario.