Scuola Angelo Custode
Anche la scuola “Angelo Custode” di Alessandria ha riaperto le porte lunedì 14 settembre. C’è ansia, tensione e un po’ di paura. Ma c’è anche tanta speranza e voglia di normalità. Così ci riassume i primi giorni di scuola suor Monica Odone, direttrice dell’istituto salesiano, che accoglie gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.
Suor Monica, com’è stato il rientro a scuola?
«(Sorride) Diciamo meglio del previsto. Le scorse settimane sono state una corsa contro il tempo per poter sistemare tutti gli spazi. Ma siamo partiti molto prima, per non farci trovare impreparati: già da giugno abbiamo iniziato a lavorare sulla riorganizzazione della scuola, basandoci sulle linee guida che sentivamo. Con i protocolli ufficiali abbiamo modificato solo alcuni dettagli per poter accogliere al meglio i nostri alunni».
Personalmente come sta vivendo questo momento?
«Con tanta speranza… ma non nego che questi giorni sono accompagnati anche da ansia e tensione. Perché ci sentiamo la responsabilità, sia nei confronti dei bambini e delle famiglie, che degli insegnanti. Vedo però che le famiglie si stanno impegnando e ce la stanno mettendo tutta. E questo è un vero segno di speranza».
Avverte paura?
«Un po’ sì, ma non è tanto conclamata, perché tutti stanno facendo uno sforzo per superarla. Questo lo abbiamo notato anche dalle domande negli incontri con genitori e insegnanti. C’è preoccupazione, ovviamente, ma c’è anche tanta voglia di normalità».
Spaventano questi protocolli?
«Le linee guida sono chiare, abbiamo fatto una riunione con l’Asl e ci hanno dato ulteriori indicazioni. Sappiamo cosa fare quando un alunno si ammala o ha la febbre, e se capita passiamo alla didattica a distanza. Non dobbiamo farci spaventare da questi protocolli, sono più difficili di quanto sembra. Abbiamo già visto con il centro estivo di quest’estate che è stato più semplice del previsto».
Ecco, c’è stato il tempo per migliorare la Didattica a distanza?
«Già nei mesi del lockdown avevamo fatto didattica a distanza, ma in maniera rudimentale. Questa estate abbiamo migliorato questa “macchina”: oggi abbiamo una classe virtuale dove tutti i genitori, e i loro bambini, sono registrati. Se un alunno, o una classe intera, è in quarantena partono le lezioni online. Ovviamente per la primaria e secondaria, per l’infanzia il discorso è diverso».
Siamo usciti migliori dalla quarantena?
«Passi indietro non credo siano stati fatti, questo periodo ha innervosito tutti, si avvertiva rabbia e tensione. Adesso sto notando elasticità e disponibilità: ognuno ha capito deve metterci il proprio e fare attenzione, anche se questo costa uno sforzo maggiore».
Un esempio di questa disponibilità?
«Sembra banale, ma nei primi giorni degli scorsi anni all’uscita da scuola c’era sempre molta agitazione e alcuni litigavano anche. In questi primi giorni ho chiesto più attenzione per evitare confusione e assembramenti, e ho trovato massima collaborazione e solidarietà tra tutti. Questo anche tra i bambini…».
Cioè?
«Lunedì abbiamo visto i bambini davvero contenti di tornare a scuola, questo ci ha riempito il cuore di gioia. Vuol dire che la scuola è un ambiente che ci è mancato tanto, di cui tutti abbiamo bisogno».
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