La “Madonna pellegrina” dell’Oftal diocesana prosegue il suo cammino. Dopo essere stata all’ospedale di Alessandria, ha fatto tappa al Suffragio e a San Giuseppe Artigiano, al Cristo. Adesso, dal 6 al 19 marzo, farà visita alla chiesa di Sant’Antonio e Nostra Signora di Pompei a Valenza. Ad attenderla i fedeli valenzani insieme con lo “storico” parroco (ora collaboratore di don Giuseppe Bodrati) don Franco Farenga (nella foto di copertina), che da sempre ha un rapporto speciale con la Madonna.
Don Franco, al Sant’Antonio avete in programma qualcosa di particolare?
«Durante queste settimane, tutte le sere alle 18.15 reciteremo il Santo Rosario, che al venerdì sarà seguito dalla Via Crucis. Ma è sempre poco quel che facciamo per la Madonna, paragonato a ciò che Lei fa per noi. Perché, come una mamma, ci dà serenità, ci leva dalle angosce e dalla paura di morire. E non dobbiamo avere timore della morte, proprio come ci ha ricordato papa Francesco nell’ultimo Angelus».
La Madonna nella sua vita ha un significato profondo.
«Posso davvero dire che è tutta la mia vita. A Lei ho sempre chiesto di farmi fare bella figura con Gesù. Lei ci ha fatto vedere quanto tenesse a suo figlio, e anche a tutti noi. Se oggi sono prete lo devo soprattutto a Lei. Vi spiego…».
Certo.
«Dopo la mia ordinazione sacerdotale, durante il pranzo, mia mamma ha raccontato questo. Quando era incinta di me è andata a fare un pellegrinaggio a Pompei, per chiedere una grazia. Mia sorella, infatti, aveva un brutto male alla gamba. Allora, mia madre davanti alla Madonna ha detto: “Quello che tengo qua dentro te lo regalo, fai quello che vuoi. Però salva mia figlia”. Questo non me l’aveva mai detto. E io mi sono pure ribellato, le ho detto: “Mica ero roba tua!”. E lei ha risposto: “E tu intanto sei diventato prete”. Ho riflettuto e le ho dato ragione. Si è comportata da mamma, non mi ha chiesto nessun permesso, l’ha fatto “ex auctoritate sua” (sorride)».
Lei cosa chiede alla Madonna per questa Quaresima 2021?
«Io vado per gli 81 anni… Ho sempre pensato che invecchiando sarei diventato più vecchio e roccioso, invece divento più friabile, peggio della neve al sole. Allora a volte me la prendo con Lei, dico: “Al posto di farmi diventare forte, di porfido, mi fai diventare fragile, sabbioso e polveroso”. In questa Quaresima chiedo di essere più coraggioso, di non rimangiarmi quello che ho donato, di spendermi sempre più per quello che Lei e suo figlio desiderano. Perché io mica capisco tutto…».
Questo periodo di Covid come ha cambiato la sua fede?
«Mi ha fatto diventare più meditativo e contemplativo. Questo periodo, spiritualmente, mi sta facendo capire molte cose».
E i fedeli?
«In loro ho visto una fede forte, pur essendo scombussolati e scoraggiati da questo difficile momento. Se c’era “qualcuno” che se la voleva rubare, beh, ha sbagliato di grosso. Ho visto alcuni molto più fervorosi e rocciosi di me. Altro che neve al sole…».
Alessandro Venticinque
Leggi anche gli approfondimenti sulla Giornata del malato:
-
L’11 febbraio ai piedi della Madonna per pregare tutti insieme
-
Intervista tripla per raccontare un anno di Covid
-
Pinuccia, Roberta e Stefano: l’Editoriale di Andrea Antonuccio