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«Ai Centauri auguro di avere uno sguardo di fede sulla realtà»

Monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria

Dall’8 al 10 luglio Castellazzo Bormida sarà nuovamente “invasa” dai motociclisti, che si raduneranno da tutto il mondo per celebrare la Madonna dei Centauri (la Vergine della Creta, custodita all’interno del Santuario di Castellazzo). La 77a edizione del motoraduno tornerà infatti in presenza dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia mondiale. Nel 2020 e nel 2021 non era mancato però il “cuore” della celebrazione, ovvero la Santa Messa celebrata nel Santuario della Beata Vergine della Creta. Quest’anno la festa riprenderà anche tutte le sue manifestazioni consuete, come la sfilata dei Centauri e la benedizione delle moto alla fine della Messa domenicale. Abbiamo chiesto al nostro Vescovo con che animo si accosta a questo evento.

Eccellenza, veniamo da oltre due anni di pandemia mondiale, ora c’è anche la guerra in Ucraina: in un momento così delicato e difficile, ha ancora senso celebrare questa festa?

«Le feste sono una parte fondamentale della vita dell’essere umano. Cercare di vivere alternando fatiche e riposi fa parte della storia dell’uomo. Anche nelle condizioni più dure, come quelle che stiamo vivendo, le celebrazioni hanno una loro basilare importanza. Un fatto che mi ha sempre impressionato è vedere come in posti di missione, in cui le persone vivono in baracche in condizioni precarie, alla domenica le famiglie uscissero di casa per andare a Messa vestiti a festa, così bene come neanche noi facciamo».

Che cosa è importante e buono nel fare una festa, un rito pubblico di questa portata? E perché serve farlo ogni anno? Non si può pregare ognuno a casa propria, che bisogno c’è di venire fino a Castellazzo?

«La festa raramente è una volta ogni tanto: ha sempre una sua ciclicità. Talvolta è annuale, talvolta è settimanale, come quella della domenica. La festa si ripete proprio perché l’uomo passa gran parte della sua vita lavorando, e ha bisogno anche del momento della festa. È fondamentale intercalare l’impegno con momenti di celebrazione, di svago, in cui ci si può concentrare su cose differenti da quelle ordinarie, sia con la testa che con l’anima. In questo senso si ripete la festa a Castellazzo. E poi si tratta di un evento comunitario: non lo si può vivere pregando da soli. La preghiera comunitaria è molto più forte della preghiera personale».

Come sarà la sua partecipazione?

«Io parteciperò in modo particolare il sabato pomeriggio all’accoglienza delle delegazioni ad Alessandria e lo scambio dei doni a Castellazzo, a cui seguirà il il Rosario in Santuario, alle ore 20. La domenica mattina ci sarà il corteo delle autorità che da Alessandria vanno al Santuario di Castellazzo Bormida e, a seguire, la Messa pontificale alle ore 10: io sarò presente in questi momenti»

Quale aspetto del motoraduno è per lei una certezza, un aspetto che ogni volta ritrova con stupore e gratitudine?

«L’aspetto più bello e più fecondo per me è il Rosario del sabato sera, nel quale ricordiamo anche i motociclisti che ci hanno lasciato in questo ultimo anno. Mi piace perché è il momento più raccolto e tranquillo, quello meno “patinato” e chiassoso di tutta la festa, possiamo dire (sorride). Mi piace perché aiuta proprio a recuperare la dimensione spirituale di questo motoraduno».

Che cosa chiede quest’anno alla Beata Vergine della Creta di Castellazzo?

«Personalmente, faccio una preghiera di intercessione alla Madonna della Creta per i motociclisti: perché vegli su di loro, nei loro spostamenti. Ma soprattutto perché tutti possano incontrare il Signore nella loro vita, e possano avere la gioia di vivere la propria esistenza in prospettive nuove, le prospettive che il Signore dà. Per avere uno sguardo differente sulla realtà: lo sguardo della Fede, che veramente consente di affrontare la vita in modo completamente diverso, di gustare la dolcezza dell’amore, di vivere anche le difficoltà con un sapore differente, quello dell’offerta che le sa trasfigurare. In concreto, di avere una vita felice».

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