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I nostri universitari con una marcia in più

Il rapporto del consorzio Almalaurea

Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato, lunedì 12 giugno, il XXV Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani nel corso del Convegno “Mobilità territoriale dei laureati: quale sostenibilità?”, organizzato in collaborazione all’Università degli studi di Palermo e al Miur. Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 280 mila laureati del 2022 di 77 università. In particolare, si tratta di 155 mila laureati di primo livello, 94 mila dei percorsi magistrali biennali e 32 mila a ciclo unico; il Rapporto sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 670 mila laureati, di 78 università, di primo e secondo livello del 2021, 2019 e 2017 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

Il Profilo dei Laureati

I laureati Upo nel 2021 coinvolti nell’indagine sono 2.165. I dati rilevati dal Consorzio confermano le performance positive registrate negli ultimi anni: l’età media alla laurea è 25,5 anni, pressoché in linea con la media nazionale di 25,6. Il 62,5% (la media italiana è identica) dei laureati termina l’università in corso; il voto medio di laurea è 101,2 su 110, inferiore alla media nazionale del 104. Il 76,6% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e questo è un dato nettamente superiore alla media nazionale del 59,4%; dato confermato osservando sia i dati dei laureati di primo livello (79,3% contro il 58,5%) sia dei magistrali (65,2% contro il 61,8%), sia tra i laureati magistrali a ciclo unico (82,4% contro il 56,3%).

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. Il 92,5% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’85,2% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 90,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 92,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 75,6% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo.

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 3.633 laureati Upo. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2021 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati dopo cinque anni. Per quanto riguarda i laureati triennali contattati a un anno dal conseguimento del titolo, il 53,8% decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello. Indagando la quota rimanente (45,1%), il tasso di occupazione è dell’83,8% a fronte di una media nazionale del 75,4%, la retribuzione media è di 1.525 euro (rispetto alla media nazionale di 1.332 euro) e il 66,8% valuta efficace o molto efficace il titolo conseguito (contro il 59,3%).

Tra i laureati di secondo livello del 2021 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’83,8% (media italiana 77,1%), la retribuzione media è di 1.476 euro (media nazionale 1.366 euro), il lavoro part-time coinvolge il 8,2% dei laureati (contro il 14,2%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 72,9% (contro il 68,7%). Non cambia di molto la fotografia dei laureati di secondo livello del 2017, intervistati a 5 anni dal conseguimento del titolo. Il tasso di occupazione è pari all’90,9% (media italiana 88,7%), la retribuzione media è di 1.669 euro (media nazionale 1.697 euro), il lavoro part-time coinvolge il 4,1% dei laureati (contro il 7%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 73,9% (contro il 72,7%).

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