Home / Alessandria / La Caritas diocesana non va in vacanza

La Caritas diocesana non va in vacanza

Caritas Alessandria

Giampaolo, ma la Caritas non va in vacanza?

«Ai volontari e agli operatori, che hanno svolto il loro servizio durante l’anno, un periodo di meritato riposo in estate è dovuto. Abbiamo comunque organizzato i servizi e le opere in modo da rimanere operativi nelle azioni essenziali. Non chiuderà il servizio mensa, non chiuderanno i dormitori maschili e femminili, non chiuderanno le accoglienze “casa-bimbo” e la casa d’accoglienza per le donne. Un piccolo periodo di pausa, di una decina di giorni, se lo prenderà l’Emporio, giusto per avere il tempo riorganizzarlo. E anche il Centro di ascolto e la segreteria, a cavallo di ferragosto, chiuderanno una settimana. Per il resto, volontari e operatori si alterneranno con dei turni per garantire il servizio».

Quali nuove esigenze avete visto quest’anno?

«Ci sono delle esigenze legate alle famiglie: beni alimentari e mantenimento della casa, tra utenze e bollette. Ma anche l’orientamento delle persone più deboli nel mondo del lavoro. Non dico trovare direttamente un’occupazione, che non è semplice, ma accompagnarle ad avvicinarsi all’ambito lavorativo».

Ci vuole tanta speranza: trovare un lavoro, oggi, è difficile.

«Questo è un aspetto delicato, soprattutto per chi ha vissuto una vita complicata e ha fragilità particolari. Dovremo capire come essere accanto a queste persone, accompagnarle nel mondo giusto, senza avere la pretesa di risolvere i loro problemi. Perché, molte volte, quella che per noi è una soluzione non la è per chi ha avuto una storia diversa dalla nostra. Ancora di più se parliamo di lavoro, che è un tema delicato anche per chi ha avuto un percorso di vita più lineare. A chi vive nella fragilità non possiamo solo dire: “Di lavoro ce n’è, ti devi accontentare di quello che trovi”. È un discorso diverso: bisogna capire, infatti, se quella persona ha una stabilità e una continuità per svolgere un certo tipo di lavoro. È un tema aperto, delicato».

Facciamo una “chiamata alle armi” per i volontari?

«A settembre, con l’inizio dell’anno, rilanceremo la nostra proposta. Quest’anno abbiamo lanciato un’iniziativa importante con un risultato inaspettato, in positivo, e sicuramente la rifaremo. Magari non raggiungeremo lo stesso successo, ma servirà per sensibilizzare e aggiungere persone nuove. Per mostrare a tutti ciò che facciamo».

Che convenienza c’è a fare il volontario in Caritas?

«Sembrerà una banalità ma, in primo luogo, fai questo servizio perché fa bene a te. E poi ti apre gli occhi, e così ti accorgi di una parte del mondo che a volte non vedi. Un mondo che è fatto di incontro, di relazione, di accompagnamento».

Solo i pensionati, che hanno più tempo, possono farlo?

«No, ci rivolgiamo anche ai giovani e a chi lavora. Ovvio, per chi è occupato è più complicato organizzarsi, perché certi servizi si possono svolgere solo in determinate ore. Però anche un’ora alla settimana, per dare una mano, si può fare. È un’esperienza importante, ripeto, per l’incontro, la relazione con gli altri, per vedere uno spaccato di mondo altrimenti nascosto. Magari incontri quell’uomo che chiede l’elemosina davanti a una chiesa, o al semaforo, e lo conosci».

E magari diventi suo amico.

«Sì, anche se non tutte le volte puoi fare il “buon samaritano”, perché non riesci. Ma almeno gli stai vicino…».

Andrea Antonuccio

Check Also

Le note di Echos per la nostra provincia: dal 27 aprile al 23 giugno

Al via il festival musicale itinerante con 23 concerti ed eventi collaterali Con un cartellone …

%d