Monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova e parroco a Santa Maria delle Vigne, domenica scorsa ha celebrato la S. Messa a Castellazzo, in occasione del 72° motoraduno della Madonnina dei Centauri.
Da quanto tempo conosce monsignor Gallese? Da tanti anni, dai tempi in cui eravamo capi scout a Genova: avevamo vent’anni ed eravamo nella stessa zona.
Cosa vi lega in modo particolare? Sono stato, per molti anni, responsabile della pastorale giovanile della Diocesi di Genova. Poi sono andato a Roma come responsabile nazionale e monsignor Gallese ha preso il mio posto di incaricato diocesano di pastorale giovanile. Siamo legatissimi. Quando sono rientrato, lui è diventato Vescovo di Alessandria e io sono tornato a ricoprire
l’incarico. Ci siamo dati il cambio nel servizio ai giovani. Oggi sono parroco a Santa Maria delle Vigne, dove monsignor Gallese ha vissuto per un certo periodo (non come parroco). Lì abbiamo una
comunità vocazionale composta da alcuni ragazzi che vivono nell’appartamento in cui abitava Don Guido: il ricordo della sua presenza qui è sempre vivo.
Come è stata l’esperienza di domenica scorsa a Castellazzo? Avevo già sentito parlare del raduno ma prima di domenica non avevo compreso che avesse questa profonda connotazione
mariana. Non sapevo nemmeno che questo evento richiamasse migliaia e migliaia di motociclisti. Mi ha colpito molto, sono rimasto contento e mi è sembrato che la Santa Messa fosse molto partecipata. Nell’omelia, ho raccontato che, da giovane, ho avuto un incidente in moto e, francamente, non mi ero mai soffermato a pensare che la Madonna mi avesse salvato. Uscendo dalla Chiesa, alcune persone si sono avvicinate e mi hanno raccontato di aver avuto degli incidenti: erano lì proprio per ringraziare Maria. Una persona mi ha detto di essere stata in coma 50 giorni e di aver pregato tantissimo la Vergine.
Quale significato profondo può avere, ancora oggi, il motoraduno? Il significato religioso è molto importante. Le persone sono accomunate dalla passione per la moto ma anche dal fatto di affidarsi
a Maria: andare in motocicletta è una cosa bella ma, del resto, anche rischiosa. L’aspetto religioso garantirà continuità all’evento nel suo significato originario; non la sola passione per la moto,
che naturalmente, è più “debole” dell’avere in comune l’affidamento alla Madre di Gesù.
Qual è il suo legame con la Madonna? Per noi genovesi, Maria è una presenza spirituale costante: la veneriamo con il titolo di Madonna della Guardia. La città di Genova è dedicata a Maria e quest’anno la diocesi rivivrà, in un certo senso, l’affidamento alla Madonna come Regina di Genova. Tra l’altro, io sono parroco di una parrocchia che è un santuario mariano: la mia giornata inizia con Lei e si conclude con Lei. Credo di essere costantemente ascoltato dalla Madonna, per cui non potrei farne a meno, non potrei vivere senza di Lei.
Vuole aggiungere qualcosa sulla giornata a Castellazzo? Ringrazio Mons. Gallese per avermi coinvolto.
Sono rimasto colpito dalla disponibilità delle autorità cittadine e delle istituzioni ma anche dalla quantità di persone incontrate lungo la strada. È stata una mattinata molto allegra: stare insieme, di per sé, è già un aspetto molto bello. Ho visto molti giovani che hanno partecipato: si è mosso tutto un paese. Mi auguro che questa tradizione possa continuare.
È un momento che merita davvero!
Paola Bianchi