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Dove dimori? Venite e vedrete – il commento al Vangelo

Ogni autentico incontro è la felice combinazione di una esperienza sensibile e di una esperienza interiore. Si incontrano i corpi, si incontrano i cuori, si incontra l’intelligenza: tutta la persona è direttamente coinvolta. Le pagine della Sacra Scrittura di questa domenica parlano di esperienze sensibili, che diventano esperienze interiori, parlano di incontri tra persone, di risposte a domande e di scelte di vita. La prima pagina del profeta Samuele racconta la sua vocazione, così come la pagina evangelica, racconta la vocazione dei primi discepoli. La relazione con Dio e con Gesù si gioca attraverso relazioni diverse, che si esprimono con delle azioni, compiute nel tempo, ripetute e rinnovate. La prima lettura e il Vangelo ne suggeriscono cinque: ascoltare, cercare, andare, vedere e abitare. Scorriamole. Ascoltare. Nell’ascolto inizia e termina la vita cristiana: l’Apostolo Paolo dice che la “fede viene dall’ascolto”! (Rom 10, 17). Ascoltare implica il silenzio, ascoltare implica umiltà, ascoltare implica fiducia nell’altro, ascoltare implica desiderio di conoscenza. L’ascolto rende capaci di relazione. Il mondo propone persone che fanno continui monologhi, vuoti e senza affetto. Occorre recuperare la dimensione dell’ascolto come stile della comunità cristiana: meno chiacchiere vuote e più parole d’azione! Cercare. “Chi cercate?”: dice Gesù… È una domanda che Gesù rivolge ai due discepoli, rivolge ai soldati che vengono a prenderlo per arrestarlo, rivolge a Maria Maddalena piangente fuori dal sepolcro vuoto.

Gesù lo si può cercare per accogliere come Salvatore, per metterlo su una croce, per incontrarlo risorto. Cercare significa buttarsi, rischiare, osare,… Occorre imparare ad ascoltare persone che insegnano a cercare e a evitare coloro che illudono di dare tutto senza fatica! Venire. Venire a Gesù, andare da lui è la strada della conversione! Andare da Gesù comporta uno spaesamento, uno sporcarsi, un mettersi in discussione, un diventare martiri, testimoni. Tutto questo richiede una diagnosi del cuore, uno smascheramento dei desideri e delle aspirazioni. Occorre andare da Gesù, non per essere ruffiani di un prete, ma per fare della fede una relazione vera con Cristo e non un placebo psicologico! Vedere. Il “vedere” per l’evangelista Giovanni è il risultato della purificazione. Anche qui si deve fare un salto di qualità. Il vedere Gesù è l’esercizio del contemplativo: riconoscere un dono e ridonarlo agli altri. Occorre guardare a coloro che brillano di Gesù perché ce l’hanno nel cuore, e non perdere tempo con chi brilla solo di sé! Abitare. “Erano circa le quattro del pomeriggio”: Gesù offre di dimorare in lui non nello straordinario, ma nell’ordinario! Il Verbo, Gesù, è venuto ad abitare in mezzo all’umanità, ha posto la sua tenda. La vita del cristiano è una relazione che fa trovare una casa, uno spazio che rende intimi a Lui. Occorre non lasciarsi distrarre dai maestri del sospetto, perché non è cosa da deboli fare di Cristo un “luogo” per abitare. “Il tuo volto, Signore, io cerco. non nascondermi il tuo volto” (Sal 26).

A cura di don Giuseppe Di Luca 

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