La sua fede, l’attività politica e la lunga sofferenza
Un politico come ce ne vorrebbero molti. Competente, umile, attento ai bisogni veri delle persone, di onestà cristallina. Questo è stato Piero Genovese (nella foto), valenzano, amministratore comunale e provinciale, consigliere e assessore regionale negli Anni Ottanta, punto di riferimento per molti anni della sinistra democratico-cristiana nella Provincia di Alessandria, che ha terminato la vita terrena venerdì scorso, al termine di una lunga malattia. Ne voglio ricordare la straordinaria mitezza e la grande capacità di ascolto, anche e soprattutto dei più giovani. Quando, da segretario provinciale Dc, mi propose nel 1975 (avevo vent’anni!) di dirigere il Centro di documentazione “Ezio Vanoni”, gli dissi di sì, vincendo esitazioni di vario genere e anche le perplessità dei miei genitori, i quali temevano che tale impegno sottraesse tempo allo studio, proprio in forza della esemplarità della sua figura. E non me ne pentii, perché quegli anni sono stati decisivi nella mia formazione. Grazie allora, caro Piero, anche a nome dei tanti, giovani e meno giovani, che, per tuo merito, hanno potuto conoscere e sperimentare la parte buona della politica, e imparare che servizio, bene comune e attenzione ai poveri possono essere qualche cosa di più che parole ripetute per acquisire consensi. Non posso infine non segnalare che, in quella che è stata la sua ultima testimonianza, cioè la breve storia della sinistra Dc alessandrina raccolta da Marco Caramagna (e contenuta nel bel volume di Giorgio Merlo e Gianfranco Morgando sulla sinistra sociale edito da Studium nel 2016), Piero Genovese ha ricordato l’importanza che ebbe, per il folto gruppo di “amici” che in varie forme diedero vita a quell’esperienza politica, la formazione spirituale e culturale (in particolare grazie a mons. Aldo del Monte e a mons. Pino Scabini), a conferma di quanto possa giovare all’esperienza politica avere salde basi etiche e spirituali. E d’altra parte serbo vivo il ricordo del forte rapporto e della reciproca stima tra Genovese e i Vescovi Almici e Maggioni (con quelli più recenti, la malattia gli impedì di consolidarli).
Non ha stupito, dunque, la larga partecipazione alla liturgia di Resurrezione nella chiesa di Sant’Antonio a Valenza, lo scorso lunedì. Così pure, non scontata o d’occasione è stata l’omelia di. don Gianni Merlano, che ha ricordato le tre cose che Piero porta all’incontro con il Signore: la sua fede, l’attività politica, la lunga sofferenza. Mi permetterei non un’aggiunta, ma una semplice sottolineatura: all’interno dell’attività politica, Genovese ha sempre dato grande attenzione alla preparazione e alla formazione culturale e spirituale, ai semi di futuro da proporre ai più giovani. È un atteggiamento che valeva ieri, varrà sempre: sta a noi non disperdere quei semi, parteciparli alle nuove generazioni, in un contesto certo molto diverso, ma che ne ha un bisogno non minore.
Renato Balduzzi