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La Recensione – La gioia della carità

Lunedì scorso il Pontefice ha pubblicato un’Esortazione Apostolica intitolata Gaudete et Exsultate, in cui si riflette sulla chiamata alla santità con la prospettiva della letizia. Gualtiero Bassetti cardinale a sorpresa: così un giornale toscano nel 2014 titolò la notizia che l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve era stato annoverato da papa Francesco nel Sacro Collegio. Dall’anno scorso il presule, classe 1942, presbitero dal 1966 e vescovo dal 1994, è anche presidente della Conferenza episcopale italiana. Marcianum Press ha raccolto diversi suoi interventi, pronunciati dal 2002 al 2014, nel volume La gioia della carità (pp 370, euro 21), in cui si evince, fin dal titolo, la consonanza con il Santo Padre. Tra questi discorsi c’è un po’ di Piemonte poiché vengono riportate alcune riflessioni tenute ai vescovi della nostra regione durante gli esercizi spirituali del 2012. I temi, i generi letterari e le occasioni sono molto eterogenei ma possiamo identificare alcuni fili conduttori che legano le varie conferenze, omelie e meditazioni: la passione per la persona umana nella sua concretezza, poi la partecipazione alla vita sociale e alla costruzione di una buona politica, la solidarietà che lega le generazioni e i popoli, il compito dei pastori che stando accanto alla gente propiziano l’incontro con il Signore, l’anelito missionario che deve animare ogni discepolo di Cristo, la centralità dei laici nel portare il vangelo nella realtà contemporanea. Citiamo un illuminante passaggio sulle radici morali della crisi, le cui basi sono da rintracciare nella «povertà relazionale che va dal bambino lasciato a se stesso e non adeguatamente seguito dai genitori, al disagio adolescenziale troppo spesso sottovalutato dalla società; dalla vita stressante e angosciata degli adulti fino all’abbandono dei nostri anziani, spesso condannati ad una triste solitudine. Un tipo di povertà, quindi, non propriamente economica, che rimanda direttamente alle riflessioni sui beni relazionali, ovvero su quei beni che non possono essere né prodotti né consumati da un solo individuo, perché dipendono sempre dalle interazioni con altre persone e che, proprio per questo, possono essere goduti solo se condivisi nella piena reciprocità» (p. 284). Le riflessioni di questo libro da un lato offrono uno spaccato della personalità del presidente della Conferenza episcopale italiana, dall’altro donano uno sguardo realistico, sereno e propositivo alla realtà nazionale.

Fabrizio Casazza

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