Se osserviamo il cammino dell’Alessandria dal 4 di febbraio ad oggi, cioè a dire nel corso degli ultimi due mesi e mezzo e delle ultime dodici partite, ci rendiamo conto che qualche cosa si è inceppato nel meraviglioso giocattolo che Marcolini aveva condotto nei precedenti, quasi, tre mesi. Nello specifico, i Grigi hanno realizzato diciannove goal, media da alta Classifica ma non propriamente irresistibile, ne hanno subiti nove (dato pure interessante), ma hanno totalizzato venti punti, a fronte di trentasei in palio, e quindi hanno decisamente calato il ritmo del proprio cammino tant’è che, quando sembrava che potessero dare l’assalto alle zone alte della classifica, senza timori si sono ritrovati assestati su un’anonima sesta piazza. Quali le cause di un simile, abbastanza vistoso, rallentamento? Principalmente due: una difesa non propriamente irresistibile, specie quando viene aggredita, e un attacco che ha denunciato, fatta eccezione per un paio di goleade, un po’ troppa imprecisione e sterilità come si è notato anche in occasione dell’ultimo incontro casalingo con il Piacenza. Sia ben chiaro: non è certo il momento di fare degli allarmismi, anche perché questa squadra andrà a giocarsi un prestigiosissimo trofeo come la Coppa Italia con più del 50% di possibilità di spuntarla e resta comunque una formazione che ha già in tasca un biglietto sicuro per i play-off (benché non si sappia ancora da quale fase) ma, se vuole arrivare fino in fondo, è indispensabile che migliori qualcosa. Le espressioni di evidente delusione di Marcolini delle ultime conferenze stampa al «Moccagatta» hanno fatto ineludibilmente comprendere come il calo dell’Alessandria non fosse frutto di tattica ma di reale flessione mentre, per quanto attiene ai punti di partenza, è il centrocampo la grande risorsa di questa squadra, con la sua capacità di fare muraglia contro ogni avversaria. I Grigi dovranno quindi ripartire da quelli che sono i loro elementi di maggior pregio e cercare, come con molta saggezza e lungimiranza ha detto il loro allenatore dopo la partita contro il Piacenza, di non sbagliare neppure una virgola.
Silvio Bolloli