Eccellenza, con la fine dell’estate si avvicina la Festa Popolare a Torgnon, un appuntamento da tempo partecipato: come possiamo spiegare questa particolare affezione?
«La Festa Popolare ha una tradizione storica importante per la diocesi: era, tradizionalmente, una opportunità di incontro durante l’estate. Con il passare degli anni, e il cambiare delle abitudini, le grandi folle che partecipavano si sono ridotte. Tuttavia, rimane una occasione molto bella di comunione, di svago, di divertimento e di riflessione nel tempo estivo per la nostra diocesi».
Quali sono gli elementi imprescindibili di una festa in stile cristiano?
«Il primo che mi viene in mente è senza dubbio la celebrazione dell’Eucarestia: essa è infatti il gioioso fulcro attorno al quale si articola il nostro fare festa, perché l’Eucarestia domenicale, Pasqua della settimana, richiama la festa delle feste. Può sembrare retorico, eppure sono realmente convinto e sento profondamente che proprio in Cristo troviamo la nostra più grossa motivazione per fare festa. Non si esaurisce tutto lì: c’è anche un altro elemento centrale del fare festa, che è la convivialità. In essa si esprime in un modo molto spontaneo e naturale la gioia dell’essere insieme, la comunione: in fondo non c’è festa senza torta! Inoltre vi sono anche altri elementi, che possono variare volta per volta, di carattere ludico-ricreativo o riflessivo, mescolati in proporzioni e modalità differenti a seconda delle esigenze».
Ma ha ancora senso oggi fare una “festa popolare”?
«Direi sicuramente di sì: certo, i tempi, le attitudini e i comportamenti sociali sono radicalmente mutati rispetto ai tempi in cui i pullman partivano a decine da Alessandria per raggiungere Torgnon; tuttavia non è mutata l’importanza di avere uno spunto, uno stimolo per sapere interpretare in senso cristiano il tema della festa, della vacanza. Per cui se prima questo spunto coincideva con l’offrire una concreta occasione di vacanza che in realtà non si discostava molto da tante altre proposte che uno poteva scegliere di vivere nel tempo delle ferie, oggi siamo di fronte alla sfida di reinterpretare questa attività in una chiave nuova, di fronte a un mondo che offre occasioni sempre più numerose, variegate e appetibili».
Una bella sfida…
«Sì, ma se ci pensiamo è da sempre la medesima missione della Chiesa che si trova nei secoli a interloquire, a entrare in relazione con la società con modalità sempre rinnovate e con lo scopo di offrire il medesimo millenario dono di Grazia. Per questo, a proposito della Festa Popolare, ringrazio l’Azione Cattolica che si prende carico dello sforzo di questa rilettura cercando di coagulare attorno a sé le altre forze vive della diocesi».
A cura di Carlotta Testa