Domenica 26 agosto si è svolta alla “Maria Nivis” di Torgnon l’annuale Festa popolare, organizzata dall’Azione cattolica in collaborazione con la Consulta delle aggregazioni laicali e la cooperativa Coompany2. Una edizione particolarmente significativa quella di domenica, a 70 anni dalla prima Festa popolare e a 50 dall’avvio del progetto di costruzione della “Maria Nivis”. Momenti di svago e divertimento, ma anche di spiritualità e riflessione per tutte le età. «Per vivere insieme una giornata di festa, che nella semplicità, nella spontaneità ci permetta di essere autentici» così ha accolto gli oltre 200 partecipanti Elisabetta Taverna, presidente dell’Azione cattolica diocesana. «In questa Casa sappiamo che si sono intrecciate veramente tante storie, sono nate amicizie profonde, scelte importanti, amori di una vita…» ha proseguito Taverna, che ha messo subito in guardia dalle “operazioni nostalgia”, «per non fare confronti sterili con il passato». Con un ringraziamento e un auspicio: «Grazie a tutti voi che avete scelto di partecipare; vi chiediamo di essere protagonisti, di lasciarvi coinvolgere, di metterci anche un po’ di leggerezza nell’affrontare qualche aspetto logistico che può risultare difficoltoso».
Chiara Castellana, insegnante di religione al Saluzzo-Plana di Alessandria, fa parte dall’Azione cattolica dal ‘72. Da lei, che quest’anno ha partecipato con la sua famiglia alla Festa popolare, ci siamo fatti un po’ raccontare il “clima” vissuto alla “Maria Nivis”.
Chiara, quando è stata la tua prima volta a Torgnon?
«Io ci sono andata per la prima volta come partecipante al campo scuola nel 1972».
Come è cambiato l’ambiente in tutti questi anni?
«Diciamo che per certi versi l’ambiente non è cambiato. Sicuramente è cambiata la gestione, prima ci si basava molto di più sul volontariato. Ma ogni volta che vado a Torgnon rivivo le stesse emozioni e mi sento a casa».
Hai portato qualche familiare a Torgnon in questi anni?
«All’inizio ci sono andata con i miei genitori, che erano animatori. Poi, insieme con i miei fratelli, ho fatto l’animatrice. E ora porto con me i miei figli e mio marito, che erano presenti anche domenica».
Parliamo allora di domenica. Come è andata?
«È stata una bella giornata. Abbiamo rivissuto gli inizi di storia di questa Casa, visto l’importante anniversario che abbiamo festeggiato. E abbiamo vissuto vari momenti di gioco, svago e divertimento, ma anche di spiritualità e riflessione. Mi sono molto emozionata quando mia figlia ha letto alcune riflessioni della “Gioventù femminile” dell’Azione cattolica. Mi ha colpito profondamente, perché anche mia mamma, Maria Fongi Boccone, faceva parte della “Gf”. E questa è stata anche l’occasione per ricordarla».
Quali sono i propositi per il futuro?
«La voglia è quella di continuare a mantenere questo stile di accoglienza, sapendo stare anche al passo con i tempi pur mantenendo uno stile di famiglia. Penso sia un passaggio molto bello e interessante, in cui si cresce e ci si diverte. Un passaggio che lascia il segno».
Alessandro Venticinque