Padre nostro che sei in galera, libro appena edito per i tipi di Emp, è un singolare commento al Padre Nostro nato dalle conversazioni avute dall’autore, fra Beppe Giunti, formatore volontario nel carcere di Alessandria, con molti detenuti ai quali chiedeva di raccontare le proprie riflessioni di fronte alle parole della preghiera di Gesù. Questa esperienza di condivisione con il mondo del carcere e con quelli che san Francesco chiamava “fratelli briganti”, è confluita in un centinaio di pagine dense di umanità e speranza, perché, al di là delle sbarre, nel duro contesto della galera, la preghiera del Padre Nostro assume significati del tutto nuovi e imprevedibili, risuonando più ricca, più dolorosa, forse più vera e incarnata nella nostra umanità perché tutti siamo almeno un po’ fratelli e un po’ briganti. Giunti ha dato così voce ai carcerati della Casa di reclusione «San Michele» di Alessandria, ponendosi in relazione con loro, qualunque fosse la loro storia, la sofferenza, a volte l’orrore di cui sono stati testimoni o, addirittura, protagonisti. Attraverso le loro parole riportate nel libro emerge che la paternità e maternità di Dio non impicca il detenuto al suo passato, per quanto devastato e devastante, perché guarda alla persona in questo momento e ne sogna la rieducazione e la liberazione. Il libro sarà anche presentato alla Casa di Quartiere di Alessandria giovedì 13 dicembre alle 18.30, con Fabio Scaltritti, responsabile della Comunità San Benedetto al Porto, ed Elena Lombardi Vallauri, direttrice della Casa di reclusione «San Michele» di Alessandria.
Tags Alessandria carcere
Check Also
A Natale un regalo per tutti
Domenica 22 dicembre il pranzo natalizio alla Casa di Quartiere Torna quest’anno “A Natale un …