La protesta globale di Greenpeace contro l’olio di palma non sostenibile, nei giorni scorsi ha occupato l’ingresso dello stabilimento Mondelez ex Saiwa a Capriata d’Orba. Venti attivisti si sono incatenati ai cancelli, impedendo ai camion di entrare nella sede produttiva al grido: «Basta olio di palma che distrugge le foreste».
«Non siamo contro i prodotti e i lavoratori Mondelez, né contro l’olio di palma sostenibile, ma siamo contro le multinazionali che come Mondelez utilizzano l’olio di palma, derivante dalla deforestazione» ha dichiarato la responsabile della campagna per le Foreste, Martina Borghi da Roma. Una recente indagine di Greenpeace ha rivelato che fornitori di Mondelēz sarebbero responsabili della distruzione di oltre 70 mila ettari di foresta pluviale nel Sud-Est Asiatico, sfruttando il lavoro minorile.
«Oltre alla crisi climatica globale dovuta all’incendio delle foreste in Indonesia la distruzione comporta la sparizione dell’habitat di animali rari come l’orango» fa sapere Giulia Perdichizzi. Un finto orango sulla cenere campeggia tra bidoni di olio e snack durante il presidio. Anche un messaggio, fatto avere dalla multinazionale ai manifestanti, attraverso la direttrice della sede di Capriata d’Orba Gabriella La Porta, ribadisce che: «Dal 2013 l’olio di palma utilizzato è al 100 per cento sostenibile e dal 2017 è al 96% tracciabile fino al frantoio. Il consumo totale di Mondelez rappresenta lo 0,5% circa del consumo globale di olio di palma».
Daniela Terragni