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L’appuntamento con il primato?

La testa e la pancia

Solo rimandato! I Grigi tengono botta al Monza

Parliamoci chiaro: dopo il successo dei Grigi a Lecco, quinta vittoria consecutiva con undici reti segnate e nemmeno una subita, da queste parti qualcuno era già pronto a festeggiare il primato in classifica sperando in un’impresa della Juventus U23, magari ispirata dai mattoni trasudanti storia del vecchio Stadio Comunale Moccagatta, ai danni dell’apparentemente stratosferico Monza. Speranze destinate a dissolversi come neve al sole al cospetto del roboante 4 a 1 con cui i brianzoli hanno regolato le giovani zebre. Nessuna disperazione, nessun patema d’animo però per i tifosi mandrogni. Già, perché è verosimile ritenere che l’appuntamento con il primato di quest’Alessandria sia soltanto rimandato e non solo perché i Grigi incalzano la capolista ad appena una lunghezza e le hanno di fatto già lanciato il guanto di sfida, ma anche per la grande consistenza dimostrata da questa Alessandria dopo qualche balbettio in concomitanza delle prime due uscite di campionato.

Lo abbiamo già detto, l’Alessandria è una squadra quadrata, con un portiere che sa il fatto suo, una difesa in cui giganteggia un signore appena sceso dalla Serie A pur di giocare, un centrocampo fatto di giocatori tosti, ma anche tattici, e con i piedi molto buoni (su tutti Sulijc e Cambiaso) e un attacco di sostanza (Eusepi) nonché di velocità e capacità realizzative (Arrighini). Sia ben chiaro, non si vuol togliere nulla alla forza e alla consistenza del Monza ma il Vecchio Orso ha dimostrato di saper piazzare la zampata vincente a ogni occasione buona e, non a caso, è l’unica squadra del girone a non avere ancora perso. Mi ripeto: nessuna disperazione, nessun patema d’animo, quindi, se la vetta della classifica è stata goduta per poco più di ventiquattro ore e se l’inebriante sapore dell’alta quota è stato bruscamente interrotto dal sorpasso dei monzesi. Questa Alessandria può rimettere la freccia; basta che continui a giocare come ha dimostrato di saper fare.

Silvio Bolloli

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