La testa e la pancia di Silvio Bolloli
Due battute d’arresto per gli uomini di Scazzola: e adesso?
Prima attenuante: l’Alessandria Calcio, alla penultima giornata di campionato, aveva preso due scoppole dal Pontedera senza fare neppure un gol ed era così incappata nella prima sconfitta stagionale ma, in quel frangente, era mancato l’assoluto baluardo del reparto arretrato, un certo Ciccio Cosenza che, da quando era arrivato in grigio, aveva consentito alla retroguardia di non subire neppure un gol in cinque partite.
Seconda attenuante: in occasione della partita pareggiata contro il Como, pur dopo essere passata in vantaggio, l’alessandrina compagine si è trovata a giocare per ben trentadue minuti (per la precisione dal diciottesimo al cinquantesimo del secondo tempo), con un uomo in meno, causa l’espulsione dell’attaccante Andrea Arrighini (nella foto qui sotto).
Terza attenuate: l’Alessandria vista in casa contro il Como, da alcuni osservatori giudicata la peggiore della stagione, era reduce da un importante successo corsaro in Coppa Italia, appena quattro giorni prima al “Piola” di Novara, che le aveva consentito di far fuori gli acerrimi rivali azzurri. Ora, se le predette attenuanti non possono non essere considerate ai fini di un corretto giudizio delle ultime due prestazioni di campionato dell’Alessandria, le stesse non debbono però divenire un alibi: già, perché una squadra che si candida a recitare un ruolo da protagonista in campionato non può permettersi di dipendere da un solo uomo in difesa e perché, in occasione della partita casalinga contro il Como, i Grigi avevano subito il possesso palla, quindi il pareggio dei lariani, a tutti gli effetti migliori di loro, quando ancora si giocava in undici contro undici. Scazzola (nella foto), siamo certi che lo farà, dovrà allora mostrare l’intelligenza e la consapevolezza di non trincerarsi dietro gli alibi che abbiamo descritto nella prima parte di questo corsivo ma capire quello che nei suoi Grigi non sta funzionando così da adottare i necessari correttivi per far giocare un po’ meno gli avversari e, magari, dare maggiore consistenza, all’attacco.