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Quel diacono “collega” di San Francesco

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,
quello che avete tra le mani è il penultimo numero di Voce, per l’anno 2019. Apriamo, qui in prima pagina, con una bella e commovente intervista di Alessandro Venticinque a Roberta e Ludovica, rispettivamente figlia e nipote del diacono Lorenzo Panizza, scomparso sabato scorso all’età di 86 anni. Godetevi il racconto di chi lo ha conosciuto bene: emerge una figura seria (ma non seriosa), con un forte senso del dovere unito a una dolcezza che, dopo il primo impatto, si manifestava in un sorriso sincero. Lo stesso della foto che pubblichiamo a corredo dell’articolo, scattata esattamente un anno fa dal nostro grafico Giorgio Ferrazzi durante gli auguri natalizi del vescovo ai collaboratori della diocesi.

C’ero anch’io, in quella occasione, e rimasi molto colpito dalla tranquillità e dalla pacatezza di un uomo grato per quanto aveva ricevuto dalla vita: una fede solida, una bella famiglia e, non da ultimo, la possibilità di essere utile alla Chiesa. Come ha detto il nostro vescovo Guido nell’omelia del funerale: «Si percepiva questo senso profondo del servizio». E ancora: «Lo affidiamo all’intercessione della Beata Vergine Maria e all’intercessione di San Francesco, che era un suo collega di diaconato». Pensate che roba, essere “colleghi” di San Francesco: solo nella Chiesa è possibile essere associati ai Santi, sapere che ci aspettano in Paradiso… Solo nella Chiesa, quando è davvero rapporto vivo e concreto con Cristo, a una persona cara che ti chiede se hai paura della morte, tu puoi rispondere serenamente: «…». No, non ve lo dico. Leggete l’intervista, ne vale la pena.

direttore@lavocealessandrina.it

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